martedì 28 giugno 2011

Dolce e amaro: l'amaro. Il lungo viaggio verso Ohibò...

26 giugno 2011: parto.
Ohibò: [ohi-bò] o oibò, interiezione. Esprime sdegno, disprezzo, disapprovazione: ohibò! come osi rivolgerti con queste parole?; “oibò! vergogna!” scappò fuori a Renzo inorridito [Manzoni]. Come negazione: questo, ohibò, non sarà mai!

Non è il momento di avere una casa. Durante i 1.810 chilometri  percorsi (e rotti, è proprio il caso di dirlo) in questo breve viaggio verso tutto e verso nulla, ho pensato molto, moltissimo.
A tante, tantissime cose.
Lo fanno i globetrotters, che con poco o nulla girano il mondo per cercare qualcosa.
Ricordate "Into the wild"? E' la storia vera di Christopher McCandless, ragazzo americano neolaureato che - sconvolto dai ritmi e dai valori della società consumistica - lascia tutto come una specie di Francesco d'Assisi, ma che, a differenza del santo, si dedica al sé più estremo.
Ci resta secco, dopo essersi bevuto una tisana ricavata con semi velenosi.
Una specie di poeta maledetto del nostro tempo.
Morire in un vecchio scuolabus non mi interessa né mi interessa svestirmi di tutto.
Come farei senza gli amici, senza la mia cavalcatura, senza qualcuno a cui raccontare, confidare, condividere?
Però, l'idea romantica del viaggio c'è.
E anche quella della ricerca.
Di cosa? Di me stesso, che ne ho bisogno...
L'idea è racchiusa in uno scenario impossibile da trovare, irraggiungibile dunque e - per questo - perfetto. Ci si avvicina il belvedere dal passo del San Carlo, tra La Thuile e Morgex, che si affaccia sulla valle di Courmayeur con una semplicità disarmante, da un'altezza vertiginosa, con un impatto che ti ubriaca per ore. Sarà per questo, che ci si sente più vicini a Dio? Courmayeur pare derivi dal latino, Curia maior, che vorrebbe dire sede della parrocchia...
Courmayeur (Croméyeui in patois valdostano). Domina l'alta Valdigne, controllata a vista da Lui...
E questo è Lui, il Monte Bianco
E' così forte, il dipinto sulla tela che l'Onnipotente ha creato dal nulla, che resti spaesato, piccolo. Al ritorno verso la macchina ho notato a quanti insetti uccidiamo semplicemente camminando. All'andata, quando ero ancora semplicemente e solo triste, per il fatto di dover partire e tornare all'ohibò, devo aver fatto una carneficina. Chissà se anche tutte quelle formiche, quei collemboli, quei dopluri o quei tisanuri (sia lodata Wikipedia, sic!), tutte quelle bestioline uccise dalle mie scarpe hanno loro simili che li piangono?
Un lungo e silenzioso istante di pace
Ok, fine della riflessione taoista e torniamo al suono aritmico dei miei due cilindri orizzontali contrapposti.
Rischio subito la vita, appena arrancato il Piccolo San Bernardo. Sono incolonnato a una coppia di tedeschi: lei - teutonica vichinga - su Suzuki VStorm 600; lui - segalitico e nervosissimo celtico - su VStorm mille.
Cazzo, vanno in giro con un marsupio da vita Ortlieb e con una borsa da serbatoio... Fantastico! Provo un sorpassino tipo isola di Man, ma quando entro nell'ombra di un albero la ruota davanti parte verso la tangente, scivolando sul brecciolino dei lavori.
Il cuore se ne va a spasso nelle budella e poi la riprendo.
Il tedesco pensa (lo so): Der teufel!!! Das ist Glück italienisch!!! O qualcosa di simile.
Tra me e me penso: piano Lorenzino, qui un tu torni a casa... e magari, a andare piano, riesco a vedere anche qualche paesaggio. Infatti, superata la Rosière, punto verso Montvalenzan e mi trovo un'altra volta in Val d'Isère. Un bel colpo d'occhio...
In fondo in fondo si vede la Grande Mote, che dominca Tignes e l'Espace Killy
Sto percorrendo, ancora una volta, la Route des Grandes Alpes, un itinerario stradale lungo quasi 700 km, tutto in territorio francese, che attraversa le Alpi dei nostri cugini valicando 16 colli, di cui 6 a più di 2.000 m di altezza. Una volta o l'altra la farò tutta: si parte da Mentone e si arriva a Thonon-les-Bains, superando ben 15.713 metri di dislivello. Secondo Wikipedia, i vari tronconi di strada che oggi costiuiscono la Route, furono collegati tra loro tra '800 e '900.
Oh, ma quante ne so?
Vabbé. Superato l'Iseran mi trovo ad atterrare in un paesaggio quasi marziano, nel parco nazionale della Vanoise. L'obiettivo è raggiungere il Moncenisio.

L'ingresso del parco nazionale della Vanoise
In questo parco, creato nel 1963 per combattere l'estinzione dello stambecco, ci sono 107 vette che superano i 3.000 metri ed è gemellato col parco nazionale del Gran Paradiso, con cui confina. Una bellezza davvero, se non fosse per un camper italiano (con portatarga di Como) che impuzzolentisce tutti con fumate nere che richiamano vampate di locomotiva.
Credo che con gli accidenti che tutti gli abbiamo mandato, l'anziano conducente sarà servito...


Siamo nelle Alpi Graie, le più conosciute al mondo insieme alle Dolomiti. A piedi, in bici, in moto, con gli sci o con le ciaspole. Potrei restare quassù in eterno, anche "senza".
La D902, che sto percorrendo ormai da parecchi chilometri, scende tranquillamente e quando sento caldo scopro di essere ancora a 1.700 metri d'altitudine, dopo Bonnevall-sur-Arc, nella regione del Rodano-Alpi, alta valle dell'Arc. Il centro storico di questo villaggio è un ecosistema perfetto di come erano le Alpi antiche.

Bonnevall-sur-Arc, un villaggio da favola...
Superato Bonnevall-sur-Arc, la D902 continua il suo percorso lungo la strada delle Grandi Alpi (la traduzione non rende proprio) e superato Bessans, quando si è ormai entrati nella Haute-Maurienne, si arriva a Lanslevillard. Qui bisogna fermarsi un minutino.
In primis, perché proprio mentre stavo guardando l'incredibile foma di questa vallata, siamo nel Cenis, due bastardi motociclisti svizzeri mi sono passati accanto con due suzuki mille in sesta piena.
Buffo come da loro devi fare il perfettino, il calvinista, e poi appena superato il recinto...
Non tutti sono così, eh.
Però in un documento ufficiale elvetico sulla sicurezza stradale, ho letto che la sinistrosità è più elevata nel Ticino per via del modo mediterraneo di guidare, molto simile all'italiano o all'iberico.
Mi viene in mente un bel  vaffanculo.
Intermezzo da Hoepli
Vaffanculo [vaf-fan-cù-lo], interiezione - volgare. Imprecazione usata per esprimere sdegnoso disprezzo, rabbiosa impazienza, profonda irritazione e simili. Insulto che esprime violento disprezzo, biasimo incondizionato, richiesta perentoria di non essere più importunato e simili.
Fine dell'intermezzo
In secundiis: torniamo a Lansevillard. Il centro è diviso in due parti, l'Adroit e l'Envers, che - letteralmente - significa il dritto e il rovescio.
Su una guida della Valle d'Aosta, il cui ceppo culturale si avvicina molto a quello del Cenis (Celti e Salassi), ricordo di aver letto che con la parola envers si intende la destra orografica della valle stessa: a questo termine si contrappone adret, ovvero la sinistra orografica. L'Envers indicherebbe il versante meno favorito dall'esposizione al sole, mentre quello opposto sarebbe più lussureggiante.
Se trovo conferme (Viviana, aiutami tu!!!) ve lo faccio sapere.
Fine del culturale, si ricomincia col ricreativo (da Berlinguer ti voglio bene, film di Giuseppe Bertolucci, 1977, opera prima di Roberto Benigni)
Per arrivare al Moncenisio bisogna lasciare la D902 e prendere la D1006.
Arrivo sul lago affamato come un lupo... Il paesaggio è notevole, ma l'ospitalità lascia molto a desiderare.

Il lago del Moncenisio
A viaggiare qui non senti aria di Francia. In effetti il lago è sempre stato in territorio italiano e infatti il versante è quello che guarda la Val di Susa. Nel 1947, quando fu sottoscritto  il Trattato di Parigi, i cuginetti (giustamente incazzati per il la nostra partecipazione alla guerra mondiale dalla parte del nemico), se lo sono preso. Insieme a un bel pezzo di terra e cultura, ma tant'è.

Parcheggio affamato, ma...
Mi fermo per mangiare un panino o un gelato, perché mentre viaggiavo mi è venuto in mente di rientrare verso casa compiendo un lungo giro appenninico: vorrei saltare sulla dorsale verso Serravalle Scrivia e poi scendere fino all'Abetone o alla Garfagnana... L'ho già fatto, in passato, ma non ho con me nemmeno una carta. Il bar è stato saccheggiato dai turisti e allora, dopo aver cambiato l'h2o al Turdus Merula, punto verso la Val di Susa...
Vorrei salutare la mia amica Silvia, ma è il compleanno di Davidino e poi, l'indomani, si annuncia una burrasca NoTav. Sfreccio sulla A32 e, dopo una cotoletta calda all'autogrill, dove compro una cartina dell'Emilia Romagna, punto dritto su Serravalle Scrivia, dove uscirò dalla A7, ma...
"Ma" il cazzo!!!
Mi fermo a Bettole, a rifornire. Mentre arrivo vedo un vecchiarello che succhia la benzina con un cannello dal serbatoio di una Ferrari: pirla!
Poi il benzinaio mi guarda con aria di sufficienza e capisco che il fortunato possessore di una Goldwing parcheggiata lì deve essere lui.
Dentro di me sento una certa superiorità, ma quando arrivo a ripartire la moto non va!!!
Mi vendono anche i cavi (16 euro), ma non parte.
Sapete com'è finita?
L'amaro

La mia moto sul carro attrezzi di Edoardo Valle, Europe Assistance di Casei Gerola (Pavia)
Le zanzare mi uccidono, mentre il mio fratello Rino viene a recuperarmi da Montalenghe. Sopravvivo e dormo come un sasso fino all'indomani, quando scopro che si è soltanto rotta la batteria.
Ecco, questo è l'amaro. E non parlo dell'origine orale di un disgusto morale.
E' che la vita, anche quando sembra che tutto abbia preso a scorrere per il meglio, te lo mette subito nel culo.
Tutto sta a cambiare la batteria, no?
Lo fai, riparti e - come diceva la mia nonna Norina - "vento in culo!!!"

Tié!

Copyright © Lorenzo Borselli tutti i diritti riservati

6 commenti:

  1. Grande Globel Trotter.....TU macina Kilometri che l'Asfalto lo morde il grande GIACO BIKERS!!!!.....La Tua Mukka ti ha tradito con la Batteria e il tuo Piedone ha tradito la Frizione!!!! Allora i tuoi AMICI ti suggeriscono di lasciare stare le MUKKE e comprarti un bello SCOOTerone monomarcia!!!!!!! In tua assenza continuo a cavalcare i colli di queste magnifiche Alpi in attesa del tuo RIENTRO!!!! DECIS!!!!!

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  2. Lo sapevo che mi avresti preso per il culo! comunque io ci torno, lassù. Tieni il posto in caldo!!! Decis!!! Saluta la signora Sarteur!!!

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  3. Per far capire dove sei stato dovresti intanto migliorare la terminologia "adoperata" nelle descrizioni; quando dici.... " si intende la destra orografica della valle stessa: a questo termine si contrappone adret, ovvero la sinistra orografica, potresti semplicemente chiamarle sinistra e destra idraulica e ciò rimane più semplice da capire senza dover utilizzare anche noi Wikipedia! (27 docet!)
    P.S. non è che il comasco con il camper, agli accidenti ha fatto "scudo" come si faceva da piccini?

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  4. Che palle! voi guardie civiche non siete mai contente (Lapo docet)!!!

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  5. Comunque al Moncenisio parlano tutti italiano. Ci provano a parlare francese..... ma non ce la fanno. Siamo più forti noi !!!!! (mi spiace averti perso, l'unico giorno che sei passato nella Libera Repubblica). Silvia

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