I miei amici, eccoli qua. Quelli veri, intendo. Quelli con cui condivido qualcosa, quelli legati alla mia vita, al mio tempo, alla mia forza. Io spero di essere altrettanto, per loro, nonostante il gran carattere di merda che mi ritrovo. Chiarisco che qui, giusto per non offendere chi non si leggerà in questo elenco, ci sono solo gli amici per la pelle della tuta. Degli altri parlerò in un altro blog. Forse. Che voglio bene anche a loro, già lo sanno.
E allora via...
E allora via...
Rino "Tommaso" o "Gattuso" Natoli
Rino "Tommaso" o "Gattuso" Natoli. Qui è con me in Corsica, nel 2010 |
Rino è il primo. E' il primo dei miei amici, perchè è più di un fratello. Tra me e lui c'è un legame indissolubile, che nacque nel 1996 e da allora non si è mai interrotto. Le vicende della vita ci stanno provando duramente, ma non scorderò mai quando, nell'androne di un ospedale nel torinese, dove mi ero precipitato quando nacque la sua (e la mia) Sofia, mi chiese di farle da padrino. Se fossi un matematico, avrei pensato di essermi messo in pari con lui quando lo nominai testimone di nozze, assieme a Marco... ma se davvero avessi dimestichezza con i numeri ed avessi fondato le mie certezze su di esse, mi sarebbe crollato tutto addosso quando mi disse che avrebbe chiamato un gemellino Lorenzo (che non c'è più...) e una gemellina, Alice Fabiola. Lui col mio nome, lei quello di mia mamma. Per fortuna odio i numeri e intuisco l'ampiezza dell'infinito.
Ciro Marmolino
Si, Ciro è un Amico e un Fratello. L'ho perso.Ciro e la sua Harley, in piazza San Frediano a Lucca |
Non ho un soprannome per Ciro. Ciro ne ha avuti molti, ne sono sicuro. L'ho conosciuto un primo pomeriggio del 2004, quando ebbi modo di assaggiare la sua pizza.
Si, Ciro era un pizzaiolo pazzesco.
Quando la tirava fuori dal forno, la margherita verace sembrava avere vita. Ci sedemmo, io e Nino, e cominciammo a declamare le doti magiche di quell'uomo burbero, rasato e sbarbato, che ci guardava sornione tenendosi sugli attenti.
Si, Ciro era un militare.
Durante il suo servizio attivo era arrivato al grado di maggiore, servendo nei Parà del RAO, una élite specializzata nella ricerca e acquisizione obiettivi. Sembra che durante la nostra missione di pace in Bosnia la squadra che comandava, e che rimase per mesi in territorio nemico, dovesse mirare gli obiettivi per i bombardieri della coalizione e, dopo gli attacchi, andare sul posto dell'ingaggio per accertare l'eventuale successo sui bersagli. Qualcosa, in quella guerra, lo rese completamente sordo e dopo una lunga convalescenza in un ospedale militare venne congedato. Poi si è ammalato e a distanza di anni, il 3 novembre 2010, dopo aver lottato come un leone, ha deposto le armi e si è consegnato al nemico di tutti noi: l'uranio impoverito lo avrà anche ammazzato, ma non è riuscito a impoverire il suo cuore. Avrei voluto viaggiare con lui, a fianco della sua fantastica Harley, ma a causa del mio fottuto lavoro, che sia maledetto, non ho trovato il tempo. Non dimenticherò mai il giorno del funerale di mia madre: uscii di casa e lo vidi lì, in piedi, sugli attenti, con il suo cappello blu. I suoi occhi mi trasmettevano una dedizione e un'amicizia incondizionati. La chemioterapia lo aveva segnato, ma lui era lì, al posto dell'amico, del fratello che era. A causa del mio fottuto lavoro, che sia maledetto, non mi è stato concesso nemmeno di andare al suo funerale. Ero a Roma, a catturare dei criminali tornati in libertà qualche giorno dopo. Spero che mi abbia perdonato.
Si, Ciro era un pizzaiolo pazzesco.
Quando la tirava fuori dal forno, la margherita verace sembrava avere vita. Ci sedemmo, io e Nino, e cominciammo a declamare le doti magiche di quell'uomo burbero, rasato e sbarbato, che ci guardava sornione tenendosi sugli attenti.
Si, Ciro era un militare.
Durante il suo servizio attivo era arrivato al grado di maggiore, servendo nei Parà del RAO, una élite specializzata nella ricerca e acquisizione obiettivi. Sembra che durante la nostra missione di pace in Bosnia la squadra che comandava, e che rimase per mesi in territorio nemico, dovesse mirare gli obiettivi per i bombardieri della coalizione e, dopo gli attacchi, andare sul posto dell'ingaggio per accertare l'eventuale successo sui bersagli. Qualcosa, in quella guerra, lo rese completamente sordo e dopo una lunga convalescenza in un ospedale militare venne congedato. Poi si è ammalato e a distanza di anni, il 3 novembre 2010, dopo aver lottato come un leone, ha deposto le armi e si è consegnato al nemico di tutti noi: l'uranio impoverito lo avrà anche ammazzato, ma non è riuscito a impoverire il suo cuore. Avrei voluto viaggiare con lui, a fianco della sua fantastica Harley, ma a causa del mio fottuto lavoro, che sia maledetto, non ho trovato il tempo. Non dimenticherò mai il giorno del funerale di mia madre: uscii di casa e lo vidi lì, in piedi, sugli attenti, con il suo cappello blu. I suoi occhi mi trasmettevano una dedizione e un'amicizia incondizionati. La chemioterapia lo aveva segnato, ma lui era lì, al posto dell'amico, del fratello che era. A causa del mio fottuto lavoro, che sia maledetto, non mi è stato concesso nemmeno di andare al suo funerale. Ero a Roma, a catturare dei criminali tornati in libertà qualche giorno dopo. Spero che mi abbia perdonato.
Oskar "cinquantotto" Pitzolu
Oskar, semplicemente lui... |
Vinicio "Boga" Bogani
Vinicio "Boga" Bogani |
Io adoro la moto e il motociclismo. Ma un GP di oggi non mi prende più; adoro le corse su strada, le prove di coraggio (anche stupide, se volete) che si disputano ormai solo in alcuni paesi del Nord Europa. Parlo del TT, ma anche della North West o di Macau, corse da gente di altri tempi. Per questo amo Vinicio Bogani, perché è membro di una razza in via di estinzione. Quando vinse l'Europeo classe 500 io avevo ancora il moccio che colava e il pisellino mencio: oggi gira al Mugello in 1:58. Dicono anche in meno, ma non ne fa un vanto. Il suo vanto sono i capelli e un'incredibile (e forse morbosa) attrazione per il gentil sesso. Se ho un problema con la moto, giapponese o tedesca che sia, io vado da lui. Ah: ho ancora il pisellino mencio.
Simone Macucci, il Capitano Biondo
Simone Macucci posa, sulla strada per Champoluc (aosta) |
Francesco "Karma" Carmagnini
il Karma sulla sua vecchia HD... |
Il Karma, al secolo Francesco Carmagnini, è un amico silente, timido, a tratti introverso. Non disdegna fare caciara ma i momenti più intensi che ricordo con lui sono quelli che abbiamo passato in silenzio, riflettendo su quello che ci stava accadendo e quello che la vita ci riserva. Il Karma non è Gastone Paperone, ma nemmeno Paolino Paperino. E' un uomo dal cuore grandissimo e dal coraggio smisurato, che gli permette di sopravvivere agli sfottò di chi, come me, lo piglia un po' per il culo quando la velocità di crociera resta quella compatibile con la vita. Ma ha ragione lui e il vero coraggio è quello che il suo Karma genera. Vai Francesco, fai come ti senti... E ora, con tre gemme sul diadema della tua vita e di quella di Silvia, sono @#§£$ vostri...
Paolo Giacomini, il "Giaco"
Paolo "Giaco" in mukkosa compagnia... |
Carlo Rinaldi, The Outlander
Riccardo "Mastic" Matesic
Mastic lavora così... gran culo! (47, morto che parla) |
Gianni "Goodman" Buonomo
Gianni "Goodman" in sella alla moto del figlio... |
Gianni Vannucchi, il Conte
Lord Gianni Vannucchi medita sul futuro... |
Iddio gliene renda merito!!!
Francesco "Ciccio" Campi
Francesco "Ciccio" Campi |
Francesco Piccioli è "Bubi"
Bubi, in versione Rave Party. Le sue condizioni psicofisiche sono chiaramente alterate... |
Se fosse biondo e vestisse una pelle d'orso, lo scambieresti per un vichingo appena sceso da un vascello da combattimento, pieno di peli e degli odori corporali tipici della lunga navigazione... Invece Bubi, soprannome che avrebbe scelto Tognazzi in uno dei suoi film anni '70, è una delle persone più buone che esistano sulla terra, una specie di Shrek made in Reggello. Nonostante la sua vita agreste e la sua mole da gigante Grisino, Bubi guidava la sua defunta Varadero come Stoner la Ducati, arrampicando sul Muraglione alla stregua di un continuo cavatappi. Eh sì. Francesco è proprio un tenerone, divoratore del tortello di patata e fiero allevatore di paperi destinati, dopo una breve ma splendida vita nella sua aia, alla tavola imbandita del sottoscritto. L'ho conosciuto ai Pinguinos 2011 e da allora la sua telefonata settimanale rende la mia vita estremamente più allegra. Signore e signori, io amo Bubi! Con buona pace del compianto Tognazzi e del suo indimenticabile Vizietto cinematografico!
Pierluigi Trina, Giggggi
Giggggi... |
Paolo "Vecio" Molinari
Paolo "Vecio" Molinari ramengo nel continente asiatico... |
Sebastiano "Carotone" Focardi
Si vede no? La volpe del deserto vuole curvare anche come turista... altrimenti, che casco avrebbe? |
Nico Cereghini e Andrea Perfetti
Nico, io e Andrea |
Savino "Camillo" Di Scanno
Savino & Luisa (notare le scarpette... A Cenerentolaaaaaaa) |
E ora, a seguire, il prodotto della funzione biologica del capitano...
Alberto Di Scanno, detto "Albuell"
(figlio numero uno)
Albuell, dottore dal 3 aprile 2012 |
Alex Di Scanno, detto "Ivan Drago"
(figlio numero due)
Ivan Drago |
Spero che parlare di sesso non faccia incazzare nessuno...
Torniamo al quarto anno d'età di Alex: fu più o meno in quel periodo, dunque nel 1996, che si alzò dal seggiolone e rispose con tono gutturale che, a letto, doveva andarci lui (il papino), possibilmente indossando il pannolone che aveva tentato, per l'ultima volta, di mettergli. Oggi Alex è alto tre metri e mezzo, pesa 350 kg, studia ingegneria come il fratello e, ne sono sicuro, supererà senza difficoltà ogni esame alla prima sessione. Altrimenti, per i professori, sono cazzi...
la "Betta" Monari
La Betta onboard |
Federico Di Renzone, "Dire"
Federico e la sua Fireblade |
Tutti i giorni cammino davanti a una sua foto, nel corridoio della mia nuova vita.
Lo so, non c'è più.
Ma a pensare che è dietro l'angolo, col caffè in mano, che male c'è?
Luca Scaramellini, lo "Scara"
Adria Circuit: Scara in action |
Lo so: ha un carattere di merda ma almeno ce l'ha. Non ve lo mostro, perché non ho una sua foto desnudo, ma è alto un paio di metri (meno 10 centimetri), pesa un quintale (meno dieci chilogrammi), e piega fino alla spalla della gomma (meno dieci gradi, ovviamente). Ha cominciato da poco e del resto, in Valtellina, in moto ci puoi andare sì e no un paio di mesi l'anno, quando la stagione segue il suo corso.
Se fosse nato nel 19esimo secolo sarebbe stato alla guida di una locomotiva, ma siccome è venuto al mondo nel ventesimo e vive in questo, si deve accontentare di fare il macchinista alla seggiovia del Cimino, a Bormio, dove la vita mi ha condotto questo inverno (2011/2012).
E' spesso dietro il bancone di un pub, a Cepina, che si chiama "Il Vagabondo", perennemente alle prese con la connessione farlocca di un computer dell'antico Egitto, e dice di essere pronto a curare le mie pene con la cromoterapia, una specie di saggio di liquori ad altissima gradazione preparato dalla bellissima moglie: si va dall'assenzio del Poète Maudit alla birra romulana di Star Trek.
Per ora ho resistito...
Leopoldo De Gregorio, l'Omino
Callapass, Casentinen Land |
Vi chiederete... perché l'Omino?
Non sono cazzi vostri.
Antonello Trova
Antonello volteggia sulla volterrana (allitterazione) |
L'incontro con Antonello arriva dopo anni di messaggini, email, quesiti e pareri. Ai tempi in cui ero su Facebook avevo imparato a vedere questo elegante biker d'altri tempi in sella a una RT800 nera (mi correggo dopo aver scritto bordeaux), con l'immancabile gilet arancione alla stregua dei centauri dell'impero autostroungarico. E lui, che aveva un papà classe 1895, una nonna materna figlia di un ufficiale di polizia di Milano a cui era stato affidato un rampollo di buona famiglia genovese, arrestato per i moti di Bava Beccaris, una nonna paterna nativa di Palmanova d'Udine (ai tempi della Triplice Alleanza), austroungarico lo è davvero. Non sorpassa mai (o quasi) se la linea non è tratteggiata e rispetta rigorosamente (o quasi) ogni limite, obbligo o divieto. Mi sono stradivertito a seguirlo, perché per una volta ho visto anche il paesaggio. Arrivato perfino puntuale al rendez-vous in centro, abbiamo attraversato Firenze diretti a Volterra, dove già intorpiditi dal freddo e minacciati da un cielo plumbeo e oscuro, ci siamo limitati a una vasca in piazza dei Priori e ad una cioccolata in tazza in un piccolo bar gestito da una mora belloccia e in carne. Antonello entra nel mio piccolo club e ci resta di sicuro.
Ah: la sua descrizione è stata un po' rivista in chiave storico-parentale. Avevo scritto qualche cazzata!
Lamps...
Giampaolo Taiti, il Cinese
Il "Cinese" è a Nanapiiri, 1979 |
Giampaolo non è più qui.
Il mio Amico di penna, oltre che di moto, ci ha lasciato un mercoledì pomeriggio, il 20 marzo 2013, dopo essere entrato per l'ennesima volta, stavolta per l'ultima, nel reparto di ematologia.
Una guerra, quella col male, che lo ha tenuto prigioniero in un corpo sempre più esile e provato, ma al quale ha tenuto testa con una forza e una dignità tipiche dell'Eroe.
Lo chiamava "inquilino scomodo", il suo nemico, una fottuta forma di leucemia che fece capolino più o meno dieci anni fa e che da allora ha combattuto ogni attimo della sua vita, fino a quando - alla fine - non gli è toccato spegnere il motore e andare avanti.
Ora, un amico che avesse condiviso con lui le avventure epiche dei "suoi" anni '70 potrebbe dilungarsi nel raccontare delle scorrerie nordiche di quei tempi, quando la sua Honda puntava dritta verso Caponord, incontro alla vita e alle ragazze svedesi, "tutte attraenti e garbate", "perlopiù molto giovani", che "gironzolavano con bottiglie di vodka in tasca e, dato un sorso di quella roba bruciabudella, si fermavano poi ad un chiosco a bere birra".
Per me Giampaolo, "il Cinese", era già allora un eroe e la foto di lui e di Mario Magli, "il becchino", in posa accanto al globo che un giorno più o meno simile di trent'anni dopo avrei abbracciato anch'io, era il mio riferimento. Era appesa da "Brillantina", il barbiere di piazza del comune, a Calenzano, e mentre mi tosava il testone di fanciullo io stavo lì a rigirarmi quel posterone, immaginando come sarebbe stato quando lassù ci sarei andato io (clicca qui).
Così, quando ritornai da quella spedizione, che ormai d'avventuriero ha ben poco, Giampaolo venne a suonare il campanello di casa e lasciò alla zia Renza un libro che aveva deciso di scrivere proprio nel 2009. (eccolo qui)
Del suo male parlava poco. Preferiva parlare delle bionde sciantose che aveva conosciuto nei suoi viaggi successivi, molti dei quali fatti in macchina, o in aereo, promettendo a me e a se stesso che prima o poi, quando sarebbe guarito, sarebbe tornato in sella.
Parlava soprattutto di Saida, la sua moglie, una bellissima tunisina con gli occhi tristi, perché dell'inquilino che voleva sfrattare Giampaolo da questo mondo, lei sapeva già tutto.
Al suo inquilino scomodo, che ha raccontato anche in un libro scritto per l'associazione delle leucemie, l'AIL (clicca qui), non piaceva la moto.
Si vede che in questa vita, quando qualcosa ti piace, dev'esserci per forza qualcosa o qualcuno che viene e te la porta via.
Il tramonto di Nordkapp resta lì, appeso al muro della mia infanzia, perché "Brillantina" ha chiuso, io i capelli me li taglio da solo e di quel posterone si sono ormai perse le tracce; ai ricordi di futuro motociclista che sarei diventato; al sogno di trovare sulla mia strada gente come Giampaolo.
Buona strada vecchio amico...
Una guerra, quella col male, che lo ha tenuto prigioniero in un corpo sempre più esile e provato, ma al quale ha tenuto testa con una forza e una dignità tipiche dell'Eroe.
Lo chiamava "inquilino scomodo", il suo nemico, una fottuta forma di leucemia che fece capolino più o meno dieci anni fa e che da allora ha combattuto ogni attimo della sua vita, fino a quando - alla fine - non gli è toccato spegnere il motore e andare avanti.
Ora, un amico che avesse condiviso con lui le avventure epiche dei "suoi" anni '70 potrebbe dilungarsi nel raccontare delle scorrerie nordiche di quei tempi, quando la sua Honda puntava dritta verso Caponord, incontro alla vita e alle ragazze svedesi, "tutte attraenti e garbate", "perlopiù molto giovani", che "gironzolavano con bottiglie di vodka in tasca e, dato un sorso di quella roba bruciabudella, si fermavano poi ad un chiosco a bere birra".
Per me Giampaolo, "il Cinese", era già allora un eroe e la foto di lui e di Mario Magli, "il becchino", in posa accanto al globo che un giorno più o meno simile di trent'anni dopo avrei abbracciato anch'io, era il mio riferimento. Era appesa da "Brillantina", il barbiere di piazza del comune, a Calenzano, e mentre mi tosava il testone di fanciullo io stavo lì a rigirarmi quel posterone, immaginando come sarebbe stato quando lassù ci sarei andato io (clicca qui).
Così, quando ritornai da quella spedizione, che ormai d'avventuriero ha ben poco, Giampaolo venne a suonare il campanello di casa e lasciò alla zia Renza un libro che aveva deciso di scrivere proprio nel 2009. (eccolo qui)
Del suo male parlava poco. Preferiva parlare delle bionde sciantose che aveva conosciuto nei suoi viaggi successivi, molti dei quali fatti in macchina, o in aereo, promettendo a me e a se stesso che prima o poi, quando sarebbe guarito, sarebbe tornato in sella.
Parlava soprattutto di Saida, la sua moglie, una bellissima tunisina con gli occhi tristi, perché dell'inquilino che voleva sfrattare Giampaolo da questo mondo, lei sapeva già tutto.
Al suo inquilino scomodo, che ha raccontato anche in un libro scritto per l'associazione delle leucemie, l'AIL (clicca qui), non piaceva la moto.
Si vede che in questa vita, quando qualcosa ti piace, dev'esserci per forza qualcosa o qualcuno che viene e te la porta via.
Il tramonto di Nordkapp resta lì, appeso al muro della mia infanzia, perché "Brillantina" ha chiuso, io i capelli me li taglio da solo e di quel posterone si sono ormai perse le tracce; ai ricordi di futuro motociclista che sarei diventato; al sogno di trovare sulla mia strada gente come Giampaolo.
Buona strada vecchio amico...
Davide Palumbo, "il Davide"
Davide e il suo cancello |
Se dici "cancello", quando ti riferisci a una moto, è perché vuoi attribuire a un determinato genere o modello di dueruote qualità o prestazioni non particolarmente brillanti. Si legge in un post del blog "Tingavert" (clicca qui): " Il cancello originale e universalmente riconosciuto da tutti
i bikers è la moto di tipo "americano": che sia un'autentica Harley
Davidson di Milwaukee oppure una sua copia giapponese, i motociclisti sono
concordi nell'affermare che per le strade europee queste motociclette sono
adeguate e maneggevoli quanto può esserlo una trebbiatrice Claas nel centro
storico di Macerata".
Ecco, Davide guida un cancello, ma lo fa con una passione e una dedizione tali che è impossibile non rendergli onore. Precisazione: io amo l'Harley e secondo me, il motociclista cui la vista di un'Harley non provoca un riempimento di sangue del corpo carvernoso (del pene o del clitoride, sia ben chiaro), non è un motard puro.Detto questo, l'amore di Davide per il suo cancello è in perfetta linea col soggetto: sembra disprezzarla, la passione, ma lo pervade. Ho conosciuto Davide il 15 settembre 1984, a Prato, in via Baldanzi 16, classe IV Ginnasio, sezione "A". Alle 8 e mezzo una giovane professoressa di italiano, latino e greco, fece l'appello in una stanza che dava sulla strada, al primo piano. Ci siamo persi di vita per qualche anno, ma mai del tutto, fino a quando Facebook, nella sua curiosa fase positiva, non ci rimise in contatto per una birra, anno del Signore 2010. Benvenuto in questa pagina fratello...
Marco Fratini, detto "il Frate"
Marco e il suo destriero: roba pesa... |
Alessandro Santi, "il Santo"
Alessandro ama la mukka |
Cresciuta sui tavoli del Brunch One di Prato, il più vecchio fast food laniero, l'amicizia con Alessandro è nata grazie all'intercessione del buon vecchio Vittorio Masi, specializzato - chiaramente in virtù delle sue radici germaniche - in cibi pesanti e birre rosse. All'inizio ci si ritrovava quasi esclusivamente per consumare il rito vittoriano del doppio bacon cheesburger e dell'hot dog azzannati rigorosamente sopra la vaschetta delle patatine, al fine di condirle con i liquidi scesi dai panini, innaffiando il tutto con la doppio malto; poi, col tempo, abbiamo cominciato a parlare di moto, a trovarci (quasi sempre per caso) alla pizzeria Caramba di Poggio a Caiano. Lui è sempre super impegnato e riuscire a organizzare una sortita col Brunch Bikers sembra un'impresa, ma ai membri dell'esclusivo club piacciono proprio le missioni impossibili. Tutti vorremmo andare ai Pinguinos insieme e una volta o l'altra, ce la faremo. Per ora, io e il Santo ci accontentiamo di un panino al prosciutto e pecorino divorato da Tod, a Castel San Gimignano...
Angelo Caiazzo, "Angelì"
Appartiene al genere dei primati della famiglia degli ominidi nota come “orango”. Agli atti del fascicolo che lo riguarda, ci sono foto compromettenti perché è solito dormire completamente nudo, anche in presenza di altri maschi, dai quali si difende in virtù della sua non comune stazza, aggressività e capacità offensiva. Contrariamente a quanto accade per l’homo sapiens, Angelo ha solo due fasi del sonno: 1) si addormenta, 2) si sveglia. La prima fase si caratterizza per la sua brevità, pari a circa due millisecondi. La seconda, invece, per la sua estrema lunghezza, nell’ordine delle due ore. La congiunzione delle due fasi è contraddistinta dall’emissione di un suono stridente, profondo e roco, sulla cui eziologia gli esperti si dividono. Alcuni ritengono che la produzione di tale suono sia dovuta al restringimento delle vie respiratorie, ma i più l’attribuiscono alla fase onirica, nella quale l’ominide, non distinguendo appunto il sogno dalla realtà, insegue le femmine (il pensiero fisso insieme al cibo) ed evidentemente ci si accoppia. È auspicabile che ciò accada col cuscino. In tal senso si rimanda al finale della canzone “Il Gorilla” di Fabrizio de Andrè. L'uomo, che conosco dal 1994, è uno sbirro vecchio stampo.
Ah: soffre il mal di mare.
Riccardo Brizzi, "Ric"
Il Brizzi, così fa di cognome, è un brillante avvocato umbro, da tempo immemore trapiantatosi in Firenze. La sua dote principale è quella di rispondere sempre. Lui "C'è", esattamente come il "dio" nelle scritte sui muri o sui cartelli, frase invero sibillina e dal significato incerto: alcuni ritengono avvisi i viandanti della presenza ricorrente della pula, altri pensano trattarsi di un acronimo che indichi una vicina piazza di spaccio (DrogaInOfferta). Fino alla prima curva, quella dell'immissione in A1 dal casello di Sasso, Ric pensava di essere l'uomo più veloce in curva dopo VR46, ma da quel momento in poi ha iniziato a chiamarmi "maestro". In realtà è lui che mi ha insegnato molto: soprattutto il modo di studiare il diritto e, nella fattispecie, tutta quella serie di definizioni alle possibili domande d'esame per il mio concorso da ispettore. Per cui, gratias tibi, magister...
Copyright © Lorenzo Borselli tutti i diritti riservati
avrai tutti i difetti del mondo,sei sempre un vulcano,starti dietro nel tuo "pensare" non è facile...ma sei, e lo dimostri, di essere un caro anzi un carissimo amico, grazie lorenzo per quello che mi hai scritto sul tuo blog, unico vero racconta-storie, fatti di piccoli episodi umani e pieni di sentimenti.................grazie di esistere!!!!
RispondiEliminaComplimenti Lorenzo, siete un bel gruppo di amici! E tu li hai saputi descrivere in modo simpatico e caloroso! Un saluto a tutti voi! Andrea
RispondiEliminaAndrea, Andrea, Andrea chi?
RispondiEliminaCarino, la fantasia non ti è mancata! Saluti da Paperopoli Marina.
RispondiEliminaGrande LORE, thank you and respect. Belle pellaccie tra tutti...........
RispondiEliminaUn saluto a "Bubi" di San Donato ed a Renatino!
Vediamo di mangiare un pò di curve insieme prossimamente.
A presto!
Tommy
grande lore come sempre belle parole ... buono ....troppo buono ... a volte tre volte buono sai bene cosa vuol dire !!ora il paragone con stoner mi pare un pò eccessivo ...diciamo che me la cavo meglio coi tortelli! salutami Tommy!P.S. preparati i papero è nel braccio della morte !!
RispondiEliminaA S S A S S I N O ! ! !
RispondiEliminaI Pirenei me l'hai fatti fare da "solo" mo speriamo per il Marocco!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaLa vedo molto dura!
RispondiEliminaDECIS!!!!! E' un Piacere ritrovarsi in questa Gas-Friend List!!!!!!!! ma ricorda ai tuoi amici anche quando il Giaco ti ha "salvato" dal Rinoceronte...l'Ippopotamo........il Ghepardo.....la Pantera.....e... le 4 Caprette!!!! solamente perchè un Tamburo di autista aveva perso alcune assi di legno lungo l'Autostrada A5.....peccato che le assi erano delle gabbie degli Animali !!!!! Ma tranquilli...tra "bestie" ci si capisce....e lo Sheriffo Gas-Borselli intratteneva gli Animali mentre il sottoscritto "pennellava" a dovere l'Autista del Circo che ignaro di quanto stesse accadendo si dichiarava Non Colpevole!!!!!!!!! Mi sono sempre chiesto con che lingua il GAS-Bors avesse comunicato.....probabilmente nella sua gioventù aveva guardato molto Tarzan e Jane!!!!!! un mega abbraccio dalla Vallée......in attesa di limare altri due bei tornanti insieme.....Decis Giaco
RispondiEliminaGrazie Giaco... Vedo che la Sarteur è riuscita a farti accendere il computer!
RispondiEliminaSei bravissimo!! Carotone mi piace... è vero... tornero sulle strade d'europa... ma solo fino a quando la tunisia sara in stato di guerra civile... poi il grande erg mi vedra di nuovo! Hua!
RispondiEliminaGrande Lore! Eh si, ora come ora la sella della mukkona è piuttosto freddina, sono due mesi che è parcheggiata in garage in garage e dio solo sà quando riuscirò a riprenderla....! Tra un cambio e l'altro ( di pannolini s'intende!) mi auguro che Matteo un giorno abbia la stessa nostra passione, almeno così verrà anche lui.... sennò un mi resta che 'i carrozzino per lui e la mamma :-(
RispondiEliminaSperiamo di tornare presto in sella, così si và a fare un bel giro..... Un abbraccio forte e complimenti di nuovo GAS!!!
Cazzo, quando mi è arrivata la foto del Fora, sembrava di avere sottomano una ruspata del Rinaldi in una tela da dipingere... Poi, con l'aiuto di fotoscioppe, è stato come avere avuto l'intervento di Michelangelo...
RispondiEliminaHua!
RispondiEliminaCiro è con zio. SF
RispondiEliminaChe dire...semplicemente stupendo! Ho letto tutto d'un fiato e mi ha fatto davvero molto piacere quello che hai scritto! Le descrizioni sono così divertenti e.. così vere..
RispondiEliminaLeggendo sembra che, anche se per pochi istanti, la distanza si annulli..
Sono e siamo tutti fieri di far parte della lista!!
Ci sentiamo presto!
Non ho parole. Il solo fatto di avermi inserito tra i tuoi amici per la pelle mi ha fatto gioire, non immagini quanto.
RispondiEliminaAnch'io ricordo quel giorno che ci siamo conosciuti in Procura. L'impressione che ebbi fu quella di aver trovato un vero collega, uno di quelli che credevo orami estinti o inesistenti nelle nuove generazioni.
Purtroppo (perchè il mio lavoro, come a te, piaceva tanto) gli eventi della vita mi hanno portato ad una scelta che, per il momento, non avrei voluto fare: lasciare l'amministrazione.
Non ti nego che la tentazione di ritornare alla Squadra di p.g. della Stradale, con l'esperienza di anni trascorsi in Procura, mi ha assalito più di una volta .
E, non per voler fare il ruffiano con colui che tanto ha parlato bene di me (oltremisura direi), ma mi avrebbe fatto veramente piacere lavorare in tua compagnia (ricordo ancora la perquisizione negli uffici di via Dei Della Robbia).
Tutto ciò non mi sarà purtroppo possibile ma, finchè quel famoso dottore tedesco, non mi colpirà, mi auguro di avere la fortuna ed il piacere di andare in moto con te con la speranza di riuscire, prima o poi, a starti attaccato al culo.
Ciao Gas, alla prossima
doppio flash
Max
Avere un brutto carattere significa: essere sincero, ribellarsi... prendere decisioni che non tutti condividono... Avere amici selezionati, avere dei nemici... Rivendicare la propria dignità ed assumersi la responsabilità delle proprie scelte... allora, sì... Ho un cattivo carattere e sono fiero di averlo!
RispondiElimina