mercoledì 9 novembre 2011

Casco



Mi sono messo il casco quasi di nascosto, all'una del mattino, quando in casa l'unico rumore che riuscivo e sentire era il respiro ritmico e rilassato di chi dorme nelle altre stanze o il passaggio veloce in auto di qualcuno che cerca di trovare frettolosamente la via del letto.
Aprire la scatola, sfilarlo dal sacco pregiato, sentirlo leggero come una piuma, soffermarsi sul particolare dei suoi interni preziosi, della trasparenza cristallina della visiera, della forza del cinturino.
Indossarlo, dopo una giornata in cui mi sono buttato un po' troppo via, mi ha fatto venire i brividi.
Non pelle d'oca: brividi.
Come avviare il motore prima di una corsa, quando il martello dei pistoni ti mette sicurezza perché, in fondo, il motore è come un cuore.
Quando è fermo è un casino, ma quando gira...
L'avrei rimesso nel suo sacco pregiato nella luce soffusa di una camera lontana anni luce da me, nel tempo e nello spazio, ma ho capito che se lo avessi fatto il motore si sarebbe spento e tutto il frastuono di un viaggio che mi ero solo immaginato, ma che era così reale, sarebbe finito nel fischio assurdo e osceno del mio acufene. 
Nella mia solitudine.
Allora l'ho lasciato fuori, vicino a me.
Mentre mi addormento la luce del lampione filtra dalla persiana e anima il casco del Sic e lo ammanta di un'energia strana.
È giunto il momento di fare un altro viaggio.


Copyright © Lorenzo Borselli tutti i diritti riservati

8 commenti:

  1. Sei proprio come me, una gran testa di casco!

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  2. Più che testa di casco, direi "bamboccio pieno di problemi"...

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  3. viaggio dove e quando? Vieni in valle? (la mia?)

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  4. tra poco ti metti un'altro tipo di casco, forse piu' freddo....e poi vediamo come te la cavi con gli sci!!!...con il gas non male,veramente bravino,ma sulle piste bianche?

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  5. se passi da Morbegno ti fermi per me?
    Un minuto a motore spento in silenzio e in ricordo.
    Grazie.

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