Lonely Road, Kirghizistan (Asia Centrale) |
C’è
una lunga corda, che unisce vita e morte. È lo spazio che il tempo riempie dal
primo vagito all’ultimo sospiro, dal primo battito di cuore a quando il cuore
si ferma.
La
corda di Paolo è corta.
È
corta, perché lui è un pezzo d’uomo, mentre la pergola nel suo giardino è una spanna più alta di
lui.
Forse meno.
La immagino una pergola ancora spoglia, anche se la primavera è arrivata prima del
previsto e forse qualche pampino è già pronto a uscire, a vincere il duro della corteccia per trovare una via verso il sole e poi esplodere all’aria calda e accogliente del sole di Toscana.
Si
era acceso una sigaretta, dentro la sua macchina, e aveva voluto parlare di sua
madre, che se n’era andata. Del lavoro che non gli piaceva più, di un’antipatia di
troppo, delle angherie della vita.
C’era una luce strana dietro la pupilla incastrata
in quel testone da molosso, coi riccioli che si ostinavano a coprirglielo
nonostante non fosse più un ragazzino.
Ogni
volta era sempre la stessa risata ironica su quello o quell’altro coglione che
finivamo col trovarci in mezzo tra noi e il "giusto".
Ogni volta si finiva col
ricordare Stefano e la sua terribile, ultima bravata.
Cosa
gli sarà passato in testa, quando collegò il tubo di gomma del giardino a
quello di ghisa dello scarico?
Perché?
Perché
non ho capito, Paolo, che non ti fregava di smettere di fumare?
Non
riesco a immaginarti, mentre lo fai.
Eppure
capisco che lo abbia voluto.
Se
mi concentro, riesco ancora a ricordare il caldo della tua mano, il rumore
della paglia che ti si incendia in bocca, il gioco strano del fumo dal tuo
naso, il sorriso in quel faccione che avevi…
La
tua voce che si mescola a quella di Stefano, una notte del 1995, fermo dentro
la Tempra coi lampeggianti, vicino al casello.
O
il caffè, uno dei tanti.
O
le risate, le strette di mano. Le telefonate.
Vorrei
odiarti, ma non ne ho la forza. Preferisco pensare che finalmente cerchi di
riavviare un vecchio TT da competizione insieme a quel faccione di culo di
Stefano, per sparacchiare il brecciolino contro chi ti segue. Per andare finalmente lungo una strada che fin quando sei rimasto con noi non sei riuscito a trovare. Ti auguro che sia una strada calda, lunga, lunghissima, verso la neve.
Ora
puoi riavvolgere la corda e metterla via. Non serve più.
Vaffanculo
Paolo, fai buon viaggio.
Copyright © Lorenzo Borselli tutti i diritti riservati
Copyright © Lorenzo Borselli tutti i diritti riservati
Riesci sempre a farmi commuovere
RispondiEliminaPerché li conosco tutti...?
RispondiEliminaL'argomento è molto triste, ma qualsiasi storia raccontata
RispondiEliminada te arriva sempre al cuore.
leggendo le tue righe ieri sera, ero rimasto dispiaciuto ma distaccato, credendo di non conoscere il Paolo.
RispondiEliminastamani , verso le 9 una telefonata da un amico comune, mi informava del fattaccio, fornendomi oltre il cognome anche un particolare, ovvero con chi faceva coppia di lavoro anni fà....... rifrullavo nella testa e ricordavo quella coppia di colleghi alle varie gare a noi riservate.....ho pensato alle tue parole scritte e, ho solo esclamato .. LA corda!!
E' nella tua natura inscindibile di poliziotto osservare le persone, ma non
RispondiEliminatutti hanno la sensibilità per riuscire ad inquadrare l'anima delle persone che
incontrano lungo il percorso di vita.
No, Lorenzo! Non se l'unico a conoscere persone che hanno paura della vita,
come il tuo amico Paolo.
A volte mi capita di rileggere qualche post sul tuo blog. Non ho mai capito
cosa ti spinga a scrivere. Se è la volontà di accettare determinate situazioni,
cercare di comprenderle, metabolizzarle, condividere stati d'animo, raccontarti
agli altri oppure a te stesso. Non lo so, ma invece so che è molto bello
leggerti.
I tuoi scritti, di quel genere intendo, per me sono forme d'arte ed in quanto
tali devono essere spontanei poichè sono dettati dal cuore, senza così
risultare forzati.
Devi scrivere principalmente per te stesso, senza essere costretto a farlo per
nessun'altro. Ed è per questo che ogni parola arriva dritta al cuore per chi ha
la fortuna e la capacità di leggerti...anche in fondo all'anima.
Per me che conoscevo entrambi........per me che mi mancava già Stefano.......che adesso non ci sei più nemmeno tu........per l'amicizia e la stima che ci legava e ancora è dentro il cuore........Fanculo!!!.....spero almeno vi stiate divertendo insieme a cavalcare le vostre moto nell'azzurro del cielo.
RispondiEliminaSavino
Roba da pazzi.
RispondiElimina