venerdì 31 agosto 2018

Avevo immaginato male...

"...ché non è impresa da pigliare a gabbo 
discriver fondo a tutto l'universo, 
né da lingua che chiami mamma o babbo."

Dante, Inferno XXXII, 6-9



Avevo immaginato, quando stavi male, che non sarebbe stato doloroso come con la mamma. Che non sarei stato così. Tu in fondo sei il mio Eroe da sempre, capace di sopportare qualsiasi prova e qualsiasi dolore. Tenevi in mano le braci ardenti, mangiavi senza scottarti il saggio della pasta, piegavi l’acciaio con le mani, colpivi l’occhio di un’anatra in volo sparando con gli occhi chiusi. Tizzone d'inferno, il mio Tex.
Non mi avresti fatto male. Quindi, perché preoccuparmi?

domenica 26 agosto 2018

Tunisia 2018, parte III. Fin du voyage... Da Tataouine a casa...

…Noi gridammo abbastanza forte da svegliare i Sette Dormienti - non sono mai riuscito a capire perché ci dovrebbe voler maggior chiasso per svegliare sette dormienti piuttosto che uno - e, dopo ciò che parve un'ora, ma che fu in effetti, io credo, circa cinque minuti, vedemmo la barca illuminata scivolare lentamente nel buio e udimmo la voce assonnata di Harris chiedere dove fossimo…

Jerome K. Jerome, "Tre uomini in barca" (per tacere del cane) (1889)

Chenini. Si riparte da qui.
16 marzo. Scusate l’attesa, ma ho avuto da fare. Ho dovuto salutare un eroe, il mio Eroe. Il mio babbo, che ha ricambiato con i suoi occhi l’orgoglio che io provavo per lui quando ero piccolo, quando crescevo, quando ho iniziato a vederlo invecchiare, io che ho lasciato la mia giovinezza in un cassetto della vita, per occuparmi di salvare il mondo.