sabato 29 ottobre 2011

Il potere dell'addio



C'è una forza strana che sprigiona dal terreno quando in un certo punto convergono migliaia di persone tutte diverse tra loro, che non si conoscono, per fare la stessa cosa. Non ho capito se si trattava di una forza creatasi dal magone di quelli che si sono dati appuntamento a Coriano, per salutare il Sic, o se sia  dipeso dal fatto che quando tutti quanti sono arrivati in uno sperduto paesino sulle colline di Riccione sia stato perché il grido muto del Campione li ha chiamati a raccolta.

mercoledì 26 ottobre 2011

L'ultima curva del Sic


Siamo in molti a cercare la curva perfetta, nella vita. Dovrebbe essere, nel pensare comune, una semplice porzione di strada che svolta, ma c’è curva e curva, cazzo… C’è la curva in fondo al rettilineo, c’è quella cui ne segue un’altra, c’è la parabolica o quella che ti butta fuori. Tu dai gas, freni, cerchi di stare in piedi e subito dopo ti butti giù fino a sentire il ginocchio che sfrega sull’asfalto e immagini le scintille mentre la pedivella ci si consuma.

domenica 23 ottobre 2011

CINQUANTOTTO - #58 -


Ho sempre pensato che la moto sia un sogno. Ne sono sempre stato sicuro. Fin da quando, piccolissimo, pedalavo veloce nel vialetto dell'orto di casa, in sella a una saltafoss troppo silenziosa per sembrare avere un motore. Ma a quello ci pensavo io, con bocca e fantasia. Mettevo le marce, le scalavo, davo gas, stridevo le gomme. E anche oggi, quando esco dai tornanti col mio giessone, mi viene voglia di gridare per la gioia nel sentire che tra le gambe c'è lei. 

martedì 18 ottobre 2011

La maledizione di Mario

Lo so, con la moto non c'entra un cazzo. Ma una storia così la devo raccontare per forza...



Al tonfo secco della coppa dell’olio sul pietrone che sbucava dal fondo della  strada, sobbalzammo tutti sul sedile e ciò che ne seguì fu un’imprecazione irripetibile. A me rotolarono sul tappetino tutti i fogli della procura, che stavo cercando di riordinare prima di entrare in azione; a Francesco, là dietro, cadde il telefonino e il rumore che fece toccando il suolo non fece presagire niente di buono; all’autista, che di nome fa Antonio, non restò che inchiodare le ruote e girare verso di me un viso interrogativo e già paonazzo, ma la mortificazione che esprimeva non bastò a evitargli una cazziata memorabile. Non se la meritava, ma quando la giornata è storta avere qualcuno con cui incazzarsi è bellissimo. Il gatto che si fa le unghie sulla costola del divano. Bello essere gatto, altrettanto non essere padroni del divano…

venerdì 14 ottobre 2011

I tre giorni del Condor: giorno numero tre

Max, Giggi e Gas. Il XXX è sparito.
11 ottobre 2011 – Il finale del film, e parlo de I tre giorni del Condor, non può propriamente dirsi “lieto”. Condor, infatti, deve rinunciare a tornare a casa e alla sua vita perché le conseguenze del suo gesto, l’aver redatto un rapporto così scottante da scomodare un nugolo di killer in sua caccia, lo seguiranno. Deve andarsene, dunque. Andarsene e non tornare.

mercoledì 12 ottobre 2011

I tre giorni dei Condor: giorno numero due


10 ottobre 2011 - Non è un cazzo vero che il buongiorno si vede dal mattino. Perché se fosse così avremmo dovuto fare un immediato dietro front e rimandare tutto a data da destinarsi. L'appuntamento di Calenzano ci vede avvicinarsi al rendez-vous con gli occhi puntati su Monte Morello, sovrastato da una poco attraente striscia di nubi stratiformi, composta da un basso e denso cuscino piuttosto scuro che si estende per chilometri, verso est. I contrafforti dell'Appennino Tosco-Emiliano, invece, sono tersi all'inverosimile e sostando nel traffico nei pressi dell'Indicatore ho l'impressione di riuscire a scorgere la croce del Corno. Impossibile, lo so.

lunedì 10 ottobre 2011

Jan Solo...


Long time ago, in a galaxy far, far away...

Di eliche, diapason e desmodronici...

L'inizio è mica male...
I tre giorni del Condor.
Dovevano cominciare oggi (in realtà ieri, vista l'ora...) e uno è già andato. Il gruppo doveva partire ieri mattina e puntare sulle Alpi, per salutare il caldo che non finisce, ma le defezioni avrebbero dovuto mettermi in guardia. E anche le previsioni a lungo termine, che avevano azzeccato in pieno. Il caldo finisce eccome: neve.

venerdì 7 ottobre 2011

Quando i cilindri non vanno...

La mia mukkina gialla..
La prima volta che l’ho vista stavo correndo verso il Muraglione, tornando a casa da Forlì.
Inverno.
Era di sicuro inverno perché ricordo che ero coperto di pelle da capo a piedi e, giusto ai piedi, avevo gli stivali massicci.
Era l'inverno del 2007:  le mani erano intirizzite ma la mia mukkina gialla non aveva gli optional che si meritava e che avrei voluto avere io... Colpa di Augusto, forse, che da biemmevuista della prima ora scherniva chi comprava una di quelle bestie per esibire uno status

martedì 4 ottobre 2011

Il colpo di frusta



Il pianto di Francesca è cominciato prima.
Guida una Matiz usata, della mamma, e viaggia insieme al fratello di 17 anni. Guida verso Trespiano, dove un cimitero grandissimo accoglie i morti della città. Sembra una grande piantagione, se guardi la spianata dalla mezza costa di Ceppeto, poco sopra Cercina, nel bosco fitto di Monte Morello.
Avevo già visto nello specchietto che piangeva, mentre eravamo incolonnati nel traffico del pomeriggio, lungo la Bolognese.

domenica 2 ottobre 2011

Sorpassi

"Sembra di essere in Inghilterra..." "Per la campagna?" "No, è che viaggiamo sempre sulla sinistra..."

Lorenzo e Bruno   (Jean-Louis Trentignant e Vittorio Gassman)
Il Sorpasso, Dino Risi, 1962


E' una storia di pura invenzione, ogni riferimento a fatti e persone realmente esistiti o esistenti è puramente casuale.

L’andatura è allegra, quando faccio la curva di Signorino. Allegra ma non troppo. Vado piano, anzi, perché è sabato pomeriggio e ormai da chilometri tutti quelli che incontro mi fanno i fari. Guardie in agguato: del resto siamo sulla Porrettana no?