La SS64 Porrettana |
Riesci a tirarci anche la quinta, se vuoi. E' vietato però. E' vietato correre, è vietato piegare, è vietato anche sognare. L'ho fatta migliaia di volte: in bici, in motorino, in auto e in moto. Con la mia A112 registravo il rumore delle curve, ma è con la mukka che - a volte - mi faccio paura anche da solo.
Che parta da Capostrada o da Sasso, quella di Puràtta è la mia cattiva strada. Mi tenta, mi ammalia, scuote i miei sensi e maltratta il mio cuore, ora bradicardico, ora impazzito per i fiumi di adrenalina che mi pompa dentro all'unisono col contagiri. Non c'è altro frutto che riesca a tentarmi più di questo. La parte toscana è come una pista, dalla bassa fino al Ponte della Venturina, dove il Limentra e il Reno si uniscono, come le due province di Pistoia e Bologna, come le due regioni, Toscana ed Emilia (clicca qui).
Vuoi farla verso nord? Allo stop del raccordo di Pistoia sembra di essere al via di una gara di motorally.
Gentlemen!!! Start your engines!!!
Il primo rettilineo ti mette subito alla prova, perché: se ci sono i carabinieri o la stradale appostati al capolinea della Copit, hai chiuso; se passi indenne, alla curvona verso destra è facile scazzare marcia e velocità e, di conseguenza, la curva a sinistra che c'è dopo. E poi rettilinei e parabole, asfalto quasi perfetto e sensazione di aderenza ti accompagnano fino alla passerella del Signorino, dove lo scoppio dello scarico e la scalata prima della fontana attirano l'attenzione dei biker in sosta.
Io non mi ci fermo mai, perché il mio traguardo è molto più in là.
Riposino in galleria, dove spesso i sorpassi azzardati ti inchiodano al contromano su un bel verbale di contravvenzione, e poi via di nuovo, stavolta fino alla Venturina, con le pause che le piccole frazioni richiedono per il rispetto di chi ci abita.
Ad ogni piega il cambio delle marce, il soffio dei freni che si scaldano, il sibilo del motore al quale si aggiunge la tua voce silenziosa che grida nel cranio, o nel casco, come quella volta che, in piena notte, il cervo mi si stagliò davanti, in mezzo alla strada e sembrava che tutto sarebbe finito contro la sua pancia.
Ogni chilometro fatto in su, verso Puràtta, aggiunge qualcosa a quel sogno surreale che chiamiamo vita.
Così, quando sfili verso Riola, dove la strada diventa meno cazzuta, ma solo veloce e sconnessa, rielabori le immagini del curvone della Cugna, il colore del bosco di Spedaletto, il cielo blu scuro sopra Treppio.
Scopri che anche se le hai viste in corsa, le hai messe da parte come se fossero allegorie, o miniature, per ritirarle fuori quando sei a corto di forze o di paesaggi belli. O di energia, o di benzina.
O...
E' bella, la Porrettana, ma anche se comincia a Capostrada, non finisce a Sasso Marconi.
Va oltre, come una specie di strana parabola, simile a quella degli specchi messi sugli incroci. Le immagini, quando ti ci rifletti, non sono mai definite, un po' come la vita no? E quando smetti di guardartici dentro, quando riprendi la strada di casa, puoi tirare quanto ti pare ma ovunque arriverai, avrai sempre il sapore dell'incompiuto in bocca, come se non fossi riuscito a cogliere un particolare essenziale.
Mah...
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Va oltre, come una specie di strana parabola, simile a quella degli specchi messi sugli incroci. Le immagini, quando ti ci rifletti, non sono mai definite, un po' come la vita no? E quando smetti di guardartici dentro, quando riprendi la strada di casa, puoi tirare quanto ti pare ma ovunque arriverai, avrai sempre il sapore dell'incompiuto in bocca, come se non fossi riuscito a cogliere un particolare essenziale.
Mah...
senszionale scritto, pieno di ritmo e pathos, come la vita, a volte..
RispondiEliminai particolari incompiuti sono infinite possibilità di evoluzione, metamorfosi..
;)
barbara
"Il sapore dell'incompiuto o l'incapacità di cogliere un particolare essenziale"...ma ogni volta che percorri una strada nuova ritorni a casa con un ricordo, un'emozione ed un'esperienza in più.
RispondiEliminaOgni volta cresci, maturi e apprendi. A camminare e a correre, a cadere e a rialziarti...e impari a vivere.
Buonanotte...
Ti ricordi che ghignata c'ho battuto.. Ho perso la memoria per 2 giorni!!... E poi in ospedale non vi riconoscevo a nessuno dei 3...!!:)
RispondiEliminaE chi se la scorda, la tua ghignata? Però l'hai battuta sulla SS324 del passo delle Radici, a Montecreto!
RispondiEliminami ripeto.....sei sensazionale nell'esprimere le emozioni, le paure,
RispondiEliminagli accadimenti, sembra di essere lì a giocare con il gass e la strada
con il vento che ti accarezza!!
Ripetiti, ripetiti...
RispondiEliminaChe bello, una cosa che mi ha allietato la mattina ...
RispondiEliminaGrazie , a presto
un saluto
rappa
Giusto perchè la Porrettana passa anche di qui, non è "vietato" passare e farmi un saluto:-)))
RispondiEliminaDillo!!! Dillo che tifi SpaLLL!!!
RispondiEliminaMi domando sempre se riuscirei a passare un intero inverno a bellavalle.... E te?
RispondiEliminaBellavalle!!! Dove c'è quello splendido mulino...
RispondiEliminaNel silenzio del popolo che ammutolito guardava cosa accedeva, una voce si alzò "dag dal gas!!"
RispondiEliminaInteressante... Secondo te un che corre così forte, lo fa per:
RispondiElimina1) scappare fortissimo;
2) copiacere sé stesso stupendo gli altri?
3) per l'adrenalina?
Vedo che sei uno psicologo... Sei anche motociclista?
L'ho fatta di notte, ieri sera. Tutta d'un fiato, scarico aperto. È stato come fare all'amore con la vita...
RispondiEliminaComplimenti. Mi hai fatto emozionare.. e cmq concordo in pieno, su tutto quanto...
RispondiEliminaLamps ..;)
Giulia
Lamps to you!!!
RispondiEliminaGrazie x questa poesia.
RispondiEliminaLa farò domani.
Parto da Livorno e volo in Alto Adige.
Spero di provare le stesse sensazioni.
Ivan