venerdì 24 gennaio 2014

Pinguinos 2014 - The ADVenture 2.0 (Parte Seconda)


"Nunca te duermas sin un sueño ni te despiertes sin un motivo"

Lorenzo Borselli e Carlos Checa: e chi l'avrebbe mai detto?
Le moto viaggiano sui centotrenta e il cartello del bivio di Marsiglia appare all'improvviso. Brutto segno: tutto finito. Ho viaggiato tutto il tempo dietro, sulla destra e ora mi tocca scambiarmi di posto, per dare la mano al cabroncito.
Poi la cuspide e il guardrail separano le due strade e mentre io accelero verso Nizza, Oscar scende a Marseille, dove la barca lo riporterà sull'Isola. 
Cartelli, alberi e pali della luce si susseguono senza farsi mettere a fuoco, per via della velocità, come per incanto diventano i volti che abbiamo visto e il rumore del vento nel casco le loro voci.
Ganzo.
Anzi, ganzo una sega
Ripartiamo da dove mi sono fermato, da dove eravamo rimasti: Almazàn.

Almazàn, 9 gennaio 2013
Da qui è cominciata l'ultima tappa verso Valladolid, con la rassicurante sagoma di Carlos che, in sella alla sua RT 1150 bianca e col giubbotto giallo fosforescente dei Lobos del Asfalto, ci spiana la strada come solo Obelix avrebbe saputo fare. Del resto, che comandi lui è fin troppo chiaro…
Un paio d'ore dopo, siamo al campo.

Ponte Duero, Pinguinos in azione. On va commencer...
Il giro è sempre quello: facciamo parte di un motoclub, il Moto Pincia, che piazza una tenda nel centro della movida pinguinera, un fuoco sempre acceso, un frigo sempre pieno e una serie di bei pentoloni al cui interno qualche volta bolle il caldo, un brodo salutare e riscaldante, altre volte un trancio di carne, altre ancora salsicce e fagioli…

Salchichas...
Alla sera, però, il presidente del Pincia, Angel, ci porta a mangiare in un bel barettino del centro, dove passiamo una splendida serata insieme a sua moglie Maria Josè, al vice presidente Javier e ad altri amici con cagnetto.
Polpo Gallego, Jamòn, cervecita e tante, tantissime risate.


Il venerdì siamo in onda a pieno e dopo una favolosa colazione al bar Papiro, gestito dal mitico Carlito e dove il Moto Pincia ha la propria sede, facciamo un girettino cortocorto prima di andare tutti quanti alla Taberna Celta: ancora Polpo Gallego, ancora zuppe, ancora tanti amici tutti riuniti che festeggiano l'arrivo nostro e di tutti i Pinguini...
Carlito at work
Oscar comincia presto: tapas y cerveza...

Valladolid è in fermento, perché ovunque ti giri c'è un pinguino. Nessuno s'incazza se passa qualcuno smarmittato, se una pattuglia di biker anima la plaza Mayor dopo aver parcheggiato le moto un po' qua e un po' là. Tutto funziona come un orologio e non c'è un locale, una tapperai, un bar, un pub o un ristorante, nel quale si possa godere di tariffe agevolate per l'occasione.
"Proprio come in Italia", mi viene sarcasticamente da pensare. A Firenze un trancio di pizza arriva anche a 5 euro e una bottiglietta d'acqua tre, tre e cinquanta. Da vergognarsi.
Passeggio sommessamente per il centro della città, mentre l'altro sega tronchi su tronchi in camera, e faccio finalmente colazione sotto i portici di Plaza Mayor. Buffo pensare che se plaza Mayor a Madrid si chiama così è perché i madrileni hanno copiato i vallisolitani (così si chiamano gli abitanti di questa città).
Mi siedo al bancone e ordino una colazione inglese, con uova strapazzate, bacon, salmone e succo di frutta.
Fare colazia da solo mi strugge un po'.
Plaza Mayor con l'albero di natale e le giostrine ma alle 10 e mezza sono ancora tutti a letto...
Pare strano, ma il venerdì vola...
Vola e arriviamo al sabato, penultimo giorno del raduno, ultimo giorno per me e Oscar. Domattina partiremo presto, per mangiare quanta più strada possibile e attestarci nel sud della Gallia. Io, nel programma, dovrei arrivare almeno a Beziers, mentre Oscar pensa di fermarsi dalle parti di Tolosa, visto che dopo la revoca dello sciopero dei marinai francesi, la barca lo aspetterà lunedì pomeriggio a Marsiglia.
Dopo un rendéz-vous con tutto il club al Papiro, andiamo a Parquesol, il quartiere nuovo di Valladolid, dove ci aspetta il pranzo sociale.
Ci sono davvero tutti e la sorpresa la fanno ancora una volta a me e Oscar, perché non facciamo in tempo a finire di rimpinzarci con robe buonissime che Angel ci chiama per la consegna ufficiale della piastra del club. Bellissimo!
Se per me c'è l'applauso, per Oscar, che habla spagnolo e discute con gli iberici di qualsiasi argomento essi gli propinino, c'è una vera e propria ovazione…

Angel premia me e poi...
Poi tocca a Oscar...
Finito il pranzo (e le bevande), qualcuno - forse uno dei più anziani biker che conosco - preferisce dedicarsi al taglio del bosco, al conteggio delle pecore e alla meditazione…


E nel mentre qualcuno si riposa, lui, el cura, si alza da tavola, apre una borsetta e indossa una stola piena di spille e patches, versa un po' di acqua santa in un bicchiere e dopo aver staccato un ramoscello da un cespuglio, chiama il suo gregge a motore a raccolta.
"Pecadores, ¡vamos! Es el momento de la bendición!"
Già! La benedizione!
Devo dire che prima di partire, avendo la mukka solo qualche chilometro, ho pensato di chiamare don Francesco in garage.
Don Francesco è il cappellano della Polizia di Prato, più un amico che un prete, grande esperto della penisola iberica e del cammino di Santiago, che poco prima della partenza aveva estratto dalla tasca una specie di manganello estensibile che era in realtà un aspersorio…
Così, la mukka era già entrata in grazia di Dio.
Ma torniamo a El Cura, al secolo Benjamin, che si veste, si prepara e consegna i suoi amici e le loro cavalcature al Signore.

El Cura...
Poi, una volta finito con l'acqua santa, Benjamin estrae dalla giacca una fiaschetta, anch'essa dall'aspetto sacro, ma dal contenuto decisamente più profano. Aguardiente, dice lui. Viene dalla sua terra, la Galizia, dove si è trasferito e dove, si fa promettere dal sottoscritto e da Oscar, vuole che andiamo a trovarlo. Speriamo, mi piacerebbe...


Mentre il sole cala su Valladolid, Ponte Duero reclama la nostra presenza...

Parquesol si corica.
All'arrivo, la pineta è già viva. Per entrare impieghiamo quasi un'ora e la coltre di fumo a mezz'aria,  che si leva dai falò, dai barbecue, dagli scappamenti e da qualche cannone si mischia alla luce artificiale, rendendo l'atmosfera al limite dello spettrale. Ricorda, ad essere sinceri, 1997 Escape from New York, ma qui non muore nessuno...


Mentre gli animi si scaldano, al campo arrivano i cantabrici: Palas fa irruzione chiedendo a tutti dove sia Oscar, seguito a ruota dal fido David e da una specie di Hulk Hogan pelato, nuovo al Pinguino, Alberto. David porta una sacca a tracolla piena di Calimicho. Bisogna berla allontanandola una volta che il getto sia ben diretto in bocca: vino e cocacola… Pazzesco!

I Cantabrici: Alberto, Palas e David con le signore
Trovato nuovo lavoro: motorisciò...

Col mitico Carlos Gabino
Arriva poi il momento di Carlos Checa, che irrompe preceduto da una folla di fotografi e curiosi insieme a Alex Criville e Maverick Vinales. Tutti mi chiedono di andare dentro per fare le foto con loro ma io sono strano. Non mi piace assillare nessuno con la mia presenza. Penso che se uno vuole fare due chiacchiere con me, se vuole conoscermi, non potrà mai farlo in quel bailamme.
Mi salva Oscar.
Mentre sfumacchio una Lucky morbida, Oscar arriva e mi dice di entrare, che deve presentarmi un amico. Carlos mi dà la mano e io ricambio. Provo a parlare spagnolo ma faccio la figura del cretino e ci pensa Oscar a rincarare la dose: parla italiano mongoloide, che ti capisce benissimo…
Così mi presento e lui mi chiede da dove vengo. Da Firenze o meglio, da un paesino vicino, Calenzano.
- Calenzano? Ho un amico là, si chiama Alex…
- Gramigni?
- Si, lo conosci?
- Ma certo, è un mio compagno di scuola… 
- Cavoli, è un matto duro!
- E conosci anche Bogani?
- E certo.
Il mondo è piccolo.
Gli regalo il berretto della polizia, quello da montagna e lui se lo mette. Che tipo!


Emozionato, scolo una birretta e accompagno Oscar e Angel alla tenda dei portoghesi, dove ci aspetta uno dei guru del motorismo spagnolo: El Tala!

El Tala e Angel. E' come essere a Langley, al quartier generale della CIA.
Tala prepara un cocktail raffinatissimo: Ballantines e cocacola. All'odore io crollo...
Parlano di cose che io non posso capire e che forse non capisce nemmeno Oscar… così, mentre la riunione dei saggi va avanti…


Oscar si scoccia e si improvvisa barista...


Il saluto ci porta via un'ora abbondante e verso le due del mattino torniamo alla tana, scoprendo che l'unico parcheggio libero per noi, in albergo, è il  numero cinquantotto.
Oscar si commuove...


Si commuove e poi crolla come un sasso e io gli vado dietro. L'indomani, mentre faccio il gradasso con lui perché alla carnicerìa Elier Ballesteros Barba avevo assicurato al carico della moto ben 1,662 kg di Jamon Bodega, un saporitissimo trancio di prosciutto del valore di 22 euro e 44 cents, Javi piomba nella hall dell'hotel e consegna a Oscar un prosciutto iberico sigillato per il viaggio.
Improvvisiamo una serenata...


… Djobi Djoba,
Cada dia te quiero mas
Djobi djobi djobi djoba
Cada dia te quiero mas
Djobi djobi djobi djoba
Cada dia te quiero mas ...
Partiamo.

Mi giro indietro dopo un'ora di viaggio. Valladolid è già lontana.
Partiamo e puntiamo diretti verso la Francia passando dai Paesi Baschi. Attraversiamo l'autopista del nord, violando tra rocce a strapiombo il territorio di rapaci grandi come aquile. Schiviamo un paio di radar della policìa autonomica e dopo aver ritrovato un caldo fottuto vediamo l'oceano a San Sebastian, in un'ansa dell'Autopista del Cantàbrico, a Hernani…

Tortilla e cerveza. Una ultima vez...
I casellanti e gli avventori dell'area di servizio guardano un po' incazzosi gli stemmi della Guardia Civil e della Policia Nacional che abbiamo sui rispettivi chalecos, ma teniamo duro e andiamo avanti. Passiamo la frontiera, o ciò che ne rimane, e dopo esserci lasciati gli Euskadi alle spalle entriamo nei Pays Basques francesi, in direzione di Tolosa...

Area di servizio basca...
Ci arriviamo verso le 8 di domenica, stanchi morti. Sono talmente sfiancato che quando Oscar mi dice di fermarmi a Tolosa con lui, io non reagisco nemmeno.
L'albergo non è male. Ceniamo.

Restaurant Le Pyreneen, 14 Allé Franklin Roosvelt, Toulouse...
L'indomani è pioggia. Fortissima, fino a Marsiglia, dove smette...


Per strada incontriamo un gruppo di biker dall'anima prevalentemente Guzzista: sono parte di un club di cui (cazzo!) non mi ricordo più il nome. Mannaggia la fretta.
Con loro un collega di Viareggio, che cavalca BMW RT, e un Harleysta. Li aggancio più tardi poco dopo Marsiglia e lascio loro il contatto. Speriamo di poterli rincontrare...

Epilogo

Le moto viaggiano sui centotrenta e il cartello del bivio di Marsiglia appare all'improvviso. Brutto segno: tutto finito. Ho viaggiato tutto il tempo dietro, sulla destra e ora mi tocca scambiarmi di posto, per dare la mano al cabroncito.
Poi la cuspide e il guardrail separano le due strade e mentre io accelero verso Nizza, Oscar scende a Marseille, dove la barca lo riporterà sull'Isola. 
Cartelli, alberi e pali della luce si susseguono senza farsi mettere a fuoco, per via della velocità, come per incanto diventano i volti che abbiamo visto e il rumore del vento nel casco le loro voci.
Ganzo.
Anzi, ganzo una sega
Tiro dritto fino a Nizza, dove rifornisco per l'ultima volta a quota 1 euro e 4a cents, passo il confine a Ventimiglia e dopo un hamburger in area di servizio, nemmeno troppo male, salgo a curvatura 9 fino a Brugnato, dove si scatena nuovamente la burrasca.

Soli a Brugnato...
Tutto finisce quando giro la chiave, in garage. Si ferma il motore e riparte il cervello.
Peccato.

Lorenzo Borselli © Tutti i diritti riservati


5 commenti:

  1. Stai perdendo colpi..... chupy è il babbo di pablo:-) il prosciutto l'ha portato in hotel javi, il marito di araceli. Però ti voglio bene li stesso

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  2. me gusta mucho tu blog! si sois apasionados de moto visitáis nuestro blog, es un paraíso para todos los motoristas : http://dainesemalaga.com/blog/?p=156

    saludos!

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