Valladolid (Spagna), 9 gennaio 2011 – Facciamo a capirsi. Questo non è il diario della motocicletta e noi non siamo due ragazzini in cerca di avventura. Non lo siamo, ma lo spirito della moto ti trasforma in personaggi così.
L’incontro di poche ore con Julian, a Tortosa, è frutto di un’amicizia nata per caso, tra i tavoli di un bar di Valencia, dopo un gran premio.
Sono stato accolto come un fratello, un hermano, e questo lo devo non solo alla concatenazione degli eventi, ma perché mi muovo in moto, perché ci viaggio, ci vivo alcuni dei momenti più belli.
La partenza da Tortosa avviene a mezzogiorno del 6. C’è una strana nebbiolina che rende la strada insidiosa. Ma la regola, in queste giornate, è quella di non correre. Si va piano, perché si deve arrivare. Nessuna impresa eroica ci attende, ma è la socialità di una delle concentrazioni motere più grandi di sempre che rappresenta la nostra priorità.
I Mossos d’Esquadra, i poliziotti della comunità autonoma della Catalogna, ci guardano sfilare mentre lasciamo la regione per entrare in Aragòn lungo la strada che ci porta prima a Gandesa, poi ad Alcaniz e alla fine a Saragozza,