"...Un amico serve quando hai torto. Quando hai ragione non ti
serve a niente..."
(Bear a Matt)
Passo della Consuma |
Giovedì 17 maggio 2012
Noi abbiamo due bei cilindri orizzontali contrapposti che vanno avanti e indietro nelle camere di combustione; abbiamo il potere dell'energia tra le nostre gambe (non pensate male) e la usiamo tutta, dopo esserci riforniti delle necessarie calorie alla Bottega di Rosano, dove, per la verità, siamo arrivati già provati da una serie di piccolissime disavventure che avrebbero potuto rovinarci la giornata... Nel traffico murato di Firenze, arrivare sani al Ponte alla Vittoria è già un risultato: sopravvivo alla morsa letale di un camper e un compattatore della Quadrifoglio, evito di morire schiacciato tra un pullman della Terravision che schiva un'ape cross e il newjersey di viale Fratelli Rosselli, schiviamo per un soffio la scia d'olio schizzata fuori dal differenziale rotto di una betoniera, in viale Galileo, su cui si contano già due vittime: uno scooterista e un ciclista. Noi no. Gliela famo.
La Bottega di Rosano, dal di dentro... |
Ah già, perché io non sono solo... Con me c'è Leopoldo: davanti a me, per la precisione. Non riesco a prenderlo!!! Da Bagno a Ripoli, salendo sulla SP1 verso San Donato in Collina, Leopoldo non è più lo stesso biker dell'ultima volta: cazzo, ha preso l'iniziativa e piega alla grande. E' così concentrato sulla guida che non si accorge di un furgoncino bianco il cui conducente, scaccolandosi, lo punta nel pieno di un rettilineo... Niente! Lui continua imperterrito: dopo aver valicato il piccolo passo che ci porta in direzione di Troghi, mentre spinge la mukka verso la discesa, veniamo sorvolati da un G222 del 14° Stormo... Io mi sarei fermato a guardarlo, ma lui no!!!
In piena campagna rignanese emerge all'improvviso la silhouette della fattoria di Torre a Cona, una villa di impianto medievale agghindata alla settecentesca maniera...
Peccato per l'asfalto scivoloso, perché il tracciato e il panorama sono proprio da cartolina: mentre Rosano si avvicina, scorgiamo la
villa di Poggiofrancoli, progettata nel '500 da Bernardo Buontalenti, e poi il castello di Fontepetrini, quello di Volognano e poi la villa fattoria di
Castiglionchio. Prima di Rosano e della schiacciata al prosciutto (casalingo, un po' salato), passiamo più lenti e rispettosi al cospetto dell'abbazia di Santa Maria, una delle più antiche della Toscana, un monastero femminile benedettino fondato nel 780 dove si
conserva un crocifisso del milleduecentesco.
1200, capite?
Così, richiamati alla vita terrena dall'odore di quel prosciuttino, entriamo nella fantastica bottega di Rosano e qui, mentre sgranocchiamo qualcosa, accade l'ultimo inconveniente della giornata: una ragazza un po' distratta, mentre fa retromarcia con la sua fiammante Agila, aggancia la moto del Deg, facendoci prendere un bello spaghetto. Per fortuna il paramotore fa il suo lavoro.
Ed è qui, mentre cerco di sfilarmi un filamento di grasso di prosciutto incastrato tra il primo premolare e un canino, che decidiamo di scalare la Consuma. Lo facciamo, dimostrando di aver lasciato la scalogna in pianura quando passiamo davanti a un posto di controllo dei Carabinieri senza essere fermati, nonostante l'andatura chiaramente arzilla!
Come faccio a descrivervi l'orgia di curve che è seguita?
Non si può...
Posso però dirvi che se il motociclismo è nato sulle strade di Toscana e Romagna, una ragione c'è.
Si, è vero... le strade sembrano fatte apposta per accarezzare le tante montagne con le gomme morbide da piega ma non è solo questo.
E' l'odore del bosco di una montagna che sente l'odore del mare, che ne riceve il tepore, che restituisce i funghi più buoni del pianeta e le castagne più buone del mondo, quelle di Marradi...
Avrei voluto sedermi con le zampe sotto a un tavolo, ma il mio compare ha sempre fretta...
Così surfiamo verso la pianura, quell'odioso piano affollato da gente frettolosa incolonnata ai milioni di semafori, nella palude nera di un asfalto che non ci piace più.
Ogni volta che torno giù dalla montagna, compatisco la gente di pianura, ma è solo per un attimo, perché fin quando non trovo il coraggio, sono uomo di pianura anch'io...
Fortuna che la mia tribù vive sui monti.
Copyright © Lorenzo Borselli tutti i diritti riservati
Villa a Cona... Che spettacolo... |
1200, capite?
Qui Leopoldo è ancora calmo, ma... |
Ed è qui, mentre cerco di sfilarmi un filamento di grasso di prosciutto incastrato tra il primo premolare e un canino, che decidiamo di scalare la Consuma. Lo facciamo, dimostrando di aver lasciato la scalogna in pianura quando passiamo davanti a un posto di controllo dei Carabinieri senza essere fermati, nonostante l'andatura chiaramente arzilla!
Come faccio a descrivervi l'orgia di curve che è seguita?
Non si può...
Passo della Calla |
Si, è vero... le strade sembrano fatte apposta per accarezzare le tante montagne con le gomme morbide da piega ma non è solo questo.
E' l'odore del bosco di una montagna che sente l'odore del mare, che ne riceve il tepore, che restituisce i funghi più buoni del pianeta e le castagne più buone del mondo, quelle di Marradi...
Avrei voluto sedermi con le zampe sotto a un tavolo, ma il mio compare ha sempre fretta...
Così surfiamo verso la pianura, quell'odioso piano affollato da gente frettolosa incolonnata ai milioni di semafori, nella palude nera di un asfalto che non ci piace più.
Ogni volta che torno giù dalla montagna, compatisco la gente di pianura, ma è solo per un attimo, perché fin quando non trovo il coraggio, sono uomo di pianura anch'io...
Fortuna che la mia tribù vive sui monti.
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Sono sempre bellissimi i tuoi scritti...grazie: con le tue parole, sei riuscito a farmi viaggiare con voi!
RispondiEliminaChe bello allora!!! Grazie a te!
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