lunedì 7 febbraio 2011

Maremma Muragliona!



Il nostro itinerario...
È come un bel giorno di primavera, quello appena passato. Sole deciso, anche se invernale e anche se la neve imbianca i contrafforti dell’Appennino tosco-romagnolo. Mentre accompagno la Raffaella all’aeroporto decido che lo sci può attendere, mentre la mia adoratissima motociclettina no. È sola, al buio, in quello squallido garage. Così, mentre cerco di capire se qualcuno potrebbe venire con me, mi vengono in mente un nome e una barba ispida: Bubi.
Senza farmene accorgere dalla mugliera, che chiacchiera con la zia su cosa faranno appena atterrate a Francoforte, scrivo la parola d’ordine all’amico Pinguinero col Varadero:
“giratina?”.
Perché lo chiamano Bubi?
No sé.
I Bubi sono un gruppo etnico africano, parte della più vasta famiglia dei Bantu. Sono indigeni dell'isola di Bioko, in Guinea Equatoriale, che hanno un proprio linguaggio ma si esprimono anche in spagnolo…
Il nome Bubi deriva dall'espressione “A bube, oipodi” (uomo, sei già risorto?) usata per salutare gli estranei.
Anche se non siamo più estranei, Bubi è proprio un bel nomignolo, un po’ come il mio, ormai usato solo dagli amici storici della montagna. “Gas”.
Chissà perché, lassù, mi chiamano tutti Gas?
Andare a prendere la motina è una tortura: prima devo passare da Firenze a ritirare un papero (purtroppo morto). Poi devo andare a casa, indossare l’abbigliamento adatto e solo dopo aver consegnato lo spennato cadavere all’augusto genitore alzo il bandone.
È lì che mi aspetta, di spalle, forse un po’ impermalosita. Parte subito e nonostante i giorni passati va subito su di giri. Che spettacolo. Il tempo di imboccare l’autostrada e sfreccio verso Firenze Sud, dove esco con una ruota, quella anteriore, che non ne vuole sapere di stare a terra.
Che la mukka sia imbizzarrita?
Mah.
Arrivo a Pontassieve e lì Bubi aspetta nervoso. Deve avere fame… Infatti i convenevoli si limitano a pochi affettuosi grugniti, come si usa tra cinghiali. Poi i due possenti bicilindrici puntano dritti verso il crinale che un tempo segnava il confine della linea gotica.

Il blogger e il Bubi posano per i posteri sul lago di Londa, dove si recheranno dopo il loro incontro...

È come se il feldmaresciallo Albert Kesserling fosse ancora lassù, a cercare di contrastare il nemico usando i declivi dell’Appennino: ma noi, affamati, avanziamo senza paura a bordo dei rispettivi tank a due ruote.
Ma i guerrieri, si sa, devono rifocillarsi spesso.
Così usciamo dalla SS67 poco prima di arrivare a Dicomano, puntando decisi sulla SS556, che collega il piccolo villaggio di Londa, ancora in terra fiorentina, a quello di Stia, in provincia di Arezzo. Le gomme cominciano a scaldarsi quando un rumore sordo rompe il suono armonioso del mio boxer: che sia il ventre di Bubi?
Subito dopo mette la freccia e sterza bruscamente a destra, tuffandosi quasi nel lago. Quando vedo che il muso della Varadero punta al ristorante da Fischio ho la conferma che quell’orrendo ruggito doveva essere lo stomaco del companero.
Brutta la fame, vero? Ma non preoccupatevi…
Bubi non apre nemmeno il menu: è di casa e quando una delle due ragazze in sala ci chiedono cosa vogliamo mangiare, lui prima simula un’esitazione, poi allude al tortello e alla fine dice: digli a Luciano che ci pensi lui.
E Luciano ci pensa, sì..

Bubi sembra contento... e quelli sono i tortelli di patate ai funghi...

O questi al ragù, non vi sembrano fantastici?

Dopo il tortello e un tagliere di affettati, salire in moto è davvero dura.
Pesa, oltre che la coratella accresciuta dal chilo maturato a tavola, il rimorso inculcatoci da una conoscenza inaspettata. Un’interessante famiglia di vegetariani.
Vi faremo sapere…
L’idea iniziale sarebbe stata quella di puntare verso Montevarchi, dove altri due pinguineros, l’Andrilli e il Gallo sono a girare in una pista da cross. Ma la voglia di piegare è tanta e così, senza fare tanti fichi, si va verso la sommità del valico, dove a un certo punto incrociamo la rotta di un carro Leopard in assetto da guerra. Sembra un portaordini della grande guerra: sarà nazista o alleato? Alza la visiera e scopro che è Danielone, il presidente dell’Allodola, altro Pinguinero da trincea.
È il posto migliore per un incontro.
Lui va verso il Muraglione e gli andiamo dietro.
La SS67 è fantastica. Un po' sporca, di sale, brecciolino, rigagnoli di acqua che colano dai mucchi di neve ai lati della strada. Ne approfitto per fare una cosa che non ho fatto mai: fotografare.
Il primo che finisce nella videocamera dell'Iphone è Danielone: a dispetto della sua mole, spinge la sua Honda con grandissima disinvoltura e scioltezza. Qui taglia un poco la mezzeria, ma si preparava al sorpasso e la visuale era buonissima.

Danielone in action

Subito dopo sento il sound gemello del bicilindrico Varadero montato dal Bubi. Ha tolto i tasselloni e dunque, in qualche modo, riesce a spostare quel cancellone con una notevole efficacia. Nonostante i tortelli e il tagliere, intendo...


O guardate voi: ci pensate che a guidare c'è un cinghiale?

La maledizione del fotografo è che nessuno pensa a lui. Avevo già rimesso i guanti quando, guardando a sinistra per ripartire, vedo il mio profilo a terra. Non resisto: ritolgo i guanti, riprendo l'Iphone ed ecco l'ombra mukkosa, come l'ha definita Oscar, che si preparara a ricevere in Ιχνουσσα, parola greca antica che si pronuncia Icnusa - come la celebre birra - e che indica la Sardegna, il grande Bei, altro motard parecchio ganzo...
This is my shadow...

Arrivati in cima è la solita sequela di incontri più o meno casuali. Stradisti da una parte, noi dall’altra. La foto al Muraglione è d’obbligo, così come il caffè da Giovanni, che ha il cartello vendesi alla porta della locanda da anni, ma da sempre c’è lui, dietro il banco.
No sé.
Il cielo è terso, ma il teporino che ci aveva incoraggiati tutti a salire sulla cavalcatura lascia il posto a una bora parecchio gelida.
Danielone riparte e io lo seguo.
Ho tanta strada da fare, oggi, per andare incontro ai miei ricordi.
E faccio così. Saluto tutti, metto in moto e vado. Da qualche parte arriverò.

Un'altra bella giornata...

4 commenti:

  1. quanto mi mancano le "nostre" strade....
    per non dire degli Amici poi! per fortuna che ci sei tu che me le fai vivere di riflesso:-)
    quanto a Mr.Bei (così recita l'adesivo sul becco della sua Mukka gialla ohlins dotata)è arrivato e,con me, ha dato gassss per la costa verde, miniere di Montevecchio e ancora, da ultimo, goduto con agnello fritto e cicoria di campo saltata.
    p.s. la prossima avventura la vorrei sulla faentina, strada a me assai cara. gassssssssss

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  2. Potrei anche accontentarti, ma l'avventura durerebbe pochissimo: a Fontebuona tocca fermarsi no?

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  3. be ... che dire ? non sono un grande scrittore .... però son veramente molto contento ... o meglio onorato di aver ricevuto quel messaggio !! gran bella giornata e gran bella persona o meglio ... CINGHIALE!!
    BUBI

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  4. Bene, Bubi, grazie. Sono fiero di aver estrinsecato la tua vocazione di scriba! Devo dire che ai Pinguini ho scoperto quanto vale un'amicizia e nuovi amici. Ora non resta che tornare in strada. Repetita iuvant...

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