sabato 25 giugno 2011

Piacere, Ian Solo...


Le cose non vanno mai come vorresti. Mi ero immaginato una strada, ne avevo fantasticato ogni sinuosità, ogni avvallamento, ogni dosso. Avevo creduto che sarebbe stato emozionante ed a questa emozione avevo aspirato.
Invece no.
Ho dovuto cambiare itinerario, mutare assetto, dirigere il muso della mukka altrove.
E scopro che non è così terribile come avrei pensato.
Un po’ come la vita di Ian Solo, il contrabbandiere di Guerre Stellari.
La mukka diventa un’astronave che decide da sola se e quando fare il salto nell’iperspazio.

Il pieno è fatto e il gps indirizzato.
Destinazione La Thuile, dove il Giaco e la Sabri mi aspettano. “Abbiamo finito di sistemare la tavernetta”, dicono.
Caldo, caldo infernale!
34 gradi all’ombra, a Firenze, che diventano 27 sul passo del Serravalle, sulla A7. Cornetto all’area di servizio Giovi e poi via, dritto come un fuso fino a Saint Vincent, dove rifornisco prima di raggiungere la meta.
Devo dire che il pezzo fino a quando non si lascia la A26 è più il palloso: ci sono i tutor sempre in funzione e anche marciare a 140 mi fa sentire l'ansia da trasgressione.
Una volta imboccato il raccordo per Vercelli, tiro. Tiro forte…
Arrivo che mancano pochi minuti alle 21, in perfetto orario sulla tabella di marcia.
Guardate che sistemazioncina...
Ecco la "tavernetta" di casa Giacomini/Sarteur... Direi piuttosto confortevole, vero?
Ecco. Sabrina e Paolo si sono fatti un mazzo tanto per realizzare questa chicca di montagna. Ma il bello deve ancora venire... guardate che camera!
Ciao! Ecco la camera matrimoniale per il biker Solo...
La notte scorre tranquilla. Sono tornati emicrania ed acufeni, ma - ne sono sicuro - il giorno dopo starò benissimo.
Ondeggerò, tra un tornante e l’altro.
La sveglia è alle 8 in punto. Dedico una mezzoretta alla toeletta, poi con il Giaco portiamo Vicky a fare due salti nell’erba; il caffè lo prendiamo al bar “Angela”, alle porte del paese.
Liscissima.
Dose giornaliera di potassio e poi via.
La salita verso il colle del Piccolo San Bernardo, che collega il vallone de La Thuile alla Val d'Isère, è semplicemente fantastica.
Paolo è una guida eccezionale, per le valli della regione più alta d’Europa.
Da una deviazione della SS26 arriviamo in moto fino a Les Suches, dove posso guardare il Ruitor tenendo le spalle al Monte Bianco.
E' una sensazione violenta ma al tempo stesso piacevole.
Mi sento solo, ma non abbandonato.
Che spettacolo...
Da queste vette, sia in estate che in inverno, si riesce ancora a sentire il silenzio. Io riesco a farlo, posso addirittura sopire il fischio che ho nell'orecchio e assaporare un attimo di tregua a quel fottutissimo brusio che mi scartavetra le parti basse. Paolo mi si sistema accanto e pretende uno scatto tutto per lui.
Ecco il mitico Giaco. Un attimo di gloria anche per lui!
Giornata spettacolare: sopra la testa del Giaco il Monte Bianco. Sulla destra le guglie granitiche de Les Grandes Jorasses
Torniamo alla SS26 e rientriamo verso il Colle. La strada principale arriva fino a Bourg-Saint-Maurice e conduce direttamente in Savoia, nella Val d'Isère, che un tempo si chiamava Tarantasia (in francese  Tarentaise, in francoprovenzale Tarentèsa), tagliata in due dal fiume Isère, dalla sua sorgente fino ad Albertville. Tuttavia noi tagliamo lasciando la D1090 seguendo le indicazioni per Les Moulins lungo una poderale, che poi si riaggancia alla D84 e poi alla D902 da La Thuile (località francese omonima del nostro campo base) fino a Isere. Costeggiamo il lago di Chevril, nei pressi di Tignes, dove andavo a sciare un giorno ogni cinque, nei giorni felici della mia permanenza lavorativa valdostana.
Siamo nella regione del Rodano-Alpi, ai piedi della Grande Motte, una vetta di 3.653 metri, che in passato era uno dei centri di sci estivo più famosi delle Alpi. Qui comincia il grande Espace Killy, grande comprensorio sciistico unito alla Val d'Isère in onore al campione di sci Jean-Claude Killy (tre volte oro alle olimpiadi e vincitore di due coppe del mondo) originario proprio di queste parti.
Sua Altezza Reale Jean-Claude Killy, a Grenoble, nel 1968
Comunque: dopo una bistecchina buona scrofanata in un'osteria di Isere, iniziamo la scalata al Colle dell'Iseran (45°24′60″N 7°01′60″E), a quota 2.770 metri. Per un pugno di metri è il più alto valico stradale europeo, seguito da quello dello Stelvio (2.758). Dal Colle della Bonette c'è una strada che raggiunge i 2.802 metri, ma il valico vero e proprio è situato a 2715 metri...
In cima al colle, e lungo tutta la bellissima strada che porta in vetta, era pieno di ciclisti. Una bionda, molto atletica e circondata da un nugolo di atleti che le stavano dietro anche per guardarle un po' il culo (fantastico, a dire la verità), mi ha fatto venire voglia di comprarmi anche una bici da corsa, giusto per uscire un po' dalla routine dello sterrato e dall'ansie di forare a ogni uscita. Ma quando in cima ho visto il cartello "ski d'été", mi sono venute altre voglie. Forse ne ho troppe...
Bici, sci, moto... dilemma...
Dopo un caffé un po' allungato, ho acquistato l'immancabile calamita e una tshirt, ovviamente nera (così mi sfina) che mi aiuterà, andando in giro, a far vedere che sono uomo di mondo. Era la mia seconda volta, qui, ma ne è valsa la pena.
Rientrare facendo il percorso inverso mi è piaciuto ancora di più, perché durante i viaggi tradizionali, quelli composti da un lungo giro alla Star Trek (diretti all'esplorazione di nuove forme di vita è di civiltà), non si ripassa mai da un solito punto e, quindi, si vede un panorama parziale, non a 360 gradi. Ci si lascia qualcosa alle spalle che non riusciamo a vedere e che, quindi ci sfugge.
Eh già.
Chi conosce la Valle d'Aosta, sa cos'è la strada dei Salassi. I Salassi erano una popolazione di origine celtica che abitava il Canavese e la valle della Dora Baltea.
E' una strada bellissima, che sovrasta la sinistra orografica della Valle d'Aosta, dal villaggio di Vedun, sopra Avise, e che lo collega alle frazioni di Villaret ed Echarlod de La Salle, allargata poi da Arpuilles, poco sopra Aosta, fino a Saint Nicolas.
Bene: questa strada bisogna farla, per via dei giochi di luce, prima in un senso e poi nell'altro, a distanza di ore però. Da una terrazza naturale si può godere di una vista maestosa del bianco, che fotograferò domenica mattina, al rientro verso la mia branda, mentre da alcuni spiazzi - attorno ai 1.400 metri - si può esplorare a vista tutta la valle. C'è da restare senza fiato. Sarà per questo che il sorpasso in impennata mi è venuto così bene? Mah.
L'antica via dei Salassi, al secolo Strada Regionale 41
Epilogo della giornata e sua morale...

Ian Solo, nella trilogia di Star Wars, è un personaggio leggendario. Non è un delinquente, non è un mascalzone. E' un uomo che crede nell'amore, nella lealtà e nella giustizia.
Si trova nei guai e nemmeno lui capisce perché. Ma quando salta nell'iperspazio, col suo Millennium Falcon, nessuno lo prende più. Nemmeno gli incrociatori spaziali dell'Impero, spinti dal Dark Side of the Force.
Oggi io mi sono sentito così: Solo, Ian Solo.
La Valle d'Aosta è un luogo prezioso. Se vuoi girarlo in moto, scarica la guida da qui.

6 commenti:

  1. And the end of all our exploring
    Will be to arrive where we started
    And know the place for the first time.
    (little Silvia and uncle Anthony ... and The Poet)

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  2. testuali parole dette dopo la lettura ad Ilaria " Certo quella testina a pinolo quando ce se mette scrive troppo bene"! Un abbraccio fratello stammi bene

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  3. lo sai che i francesi hanno FATTO DIVENTARE il colle dell'Iseran il più alto valico stradale d'Europa? Eh, sì. Lo sciovinismo ha questo potere: hanno innalzato artificialmente il colle (che era più BASSO dello Stelvio) con delle camionate di terra, apposta per detenere questo "record"...

    che la Forza sia con te, e che ti illumini la Via.

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  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  5. Grande Lorenzo, scherzi poco...

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  6. Comunque non si trovano conferme alla trovata francese... saranno bufale?

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