sabato 10 settembre 2011

Alle foci del Tevere e Montefeltro

"E' bello se puoi arrivare in un posto dove trovi te stesso"
                                                                                                                              - Tonino Guerra -

La copertina è questa. La copertina siamo noi...
Quando entro in autostrada è maledettamente tardi. Saranno le nove e mezzo suonate, giusto l'ora che avevo stabilito per l'incontro a Pontassieve col Seba, al secolo Sebastiano Focardi, unico esemplare di kappatiemmista ancora integro che io conosca.
Sulla carta si era parlato di fare un giretto, ma entrambi sappiamo che staremo via tutto il giorno: dobbiamo solo avere il coraggio di ammetterlo. Sorpasso un po' in qua e un po' in là, attirando su di me e sulla mia mukkarella gli strali dell'intera carreggiata sud dell'Autosole, nel tratto tra Calenzano e Firenze Sud. Quando esco e imbocco il raccordo del Varlungo punto istintivamente lo sguardo sui contrafforti della Secchieta e scorgo una colonna di fumo azzurrina che si alza dalle alture di Pontassieve. E' il sigaro toscano del Seba. Forse non si incazza.
Due reciproci complimenti appena arrivo, con quindici minuti di ritardo, e poi via, su per Le Palaie e poi verso il primo valico della giornata, il Passo della Consuma: doveva essere solo un primo antipasto, ma l'assaggino ce lo danno in una bottega del paese, dove ci scorpacciamo due schiacciate all'olio gonfie di prosciutto casentinese.
La mia era buonissima...

stiaccinaaaaaaa!!!
Saziata la fame resta la voglia di pieghe. E, pattuglia di colleghi rinco a parte (prima bucano uno stop e praticamente scappano, sono senza cinture e vanno a 70 nel centro di Borselli e poi rompono anche il cazzo quando li sorpasso), veniamo subito ricompensati, perchè la giornata è praticamente perfetta: la temperatura è stabile attorno ai 25 gradi, in cielo non si vede l'ombra di una nuvola e il traffico è nullo. A Poppi prendiamo la SP152 Umbro Casentinese che, ai tempi in cui l'Anas non era un ente inutile, si chiamava Strada Statale 71. Il livello tecnico di questa strada, che porta all'orgasmo piega dopo piega, è paragonabile a quello del versante toscano della Calla e credo sia uno dei luoghi più belli dell'Appennino Romagnolo.

Il seba in piega sulla discesa delle Scalacce, verso Bagno di Romagna
Peccato solo per qualche camion di troppo, durante la settimana, per colpa della vicinanza tra la zona di Soci e Bibbiena alla E45. La ex SS71 parte da Montefiascone (Viterbo) fino a Ravenna e farla tutta è davvero come percorrere un terzo di penisola. In Romagna è stata praticamente cancellata, almeno sulla carta: in Emilia, infatti, le strade regionali non esistono e qualcuno, in vena di cazzeggiare, ha trasformato questo gioiello della comunicazione viaria in un'arteriuccia senza storia. Il primo vaffanculo è per chi ha deciso questo scempio, per gli altri... beh, vedremo. Arrivati al Passo dei Mandrioli, basta un'occhiata oltre le spallette per capire che razza di posto sia questo.

la strada del Passo dei Mandrioli verso l'emergenza geologica degli Scalacci. Foto di Nicola Andrucci.
 Il posto, di per sé, merita davvero: i boschi sono fantastici e non è un caso che più volte, durante lo scampolo di giornata che io e Seba stiamo vivendo, abbiamo sfiorato l'Eremo di Camaldoli. Scendendo verso Bagno di Romagna rischiamo la collisione con un miniescavatore al lavoro in piena curva, di traverso, e poi deviamo a destra verso il Verghereto.
Qui siamo nella Rumâgna tuschèna e lo si avverte chiaramente parlando con la gente del posto. Fu il duce a rimaneggiare, nel 1927, le carte geografiche, rivedendo i confini: facciamo sosta per l'abbeverata nel piccolo bar della main street e, dopo aver placato l'arsura, saliamo sulla cima del Monte Fumaiolo. Mussolini, nel suo delirio propagandistico, fece in modo che la sorgente del Tevere fosse in provincia di Forlì, dove lui era nato.
Mah.
Percorriamo la SP43, che da Verghereto conduce alle Balze, superiamo il Passo di Monte Coronaro e qui facciamo un incontro un po' insolito...

Loving the cows...
Saliamo, saliamo e poi decidiamo di seguire un piccolo sterrato di tre chilometri verso la sommità del Fumaiolo, a 1.407 metri, al Rifugio Biancaneve. Per chi non è pratico dell'Appennino e magari batte i gli alti sentieri alpini, questi rilievi sembrano collinette smussate. Eppure il castagno odora l'aria come solo in montagna può accadere e le faggete sono così fitte che il sole non riesce a passare. E poi che qui ci nevichi, non c'è proprio dubbio... Perccato solo aver dimenticato gli sci a casa...

Monte Fumaiolo: sci estivo aperto
Dopo tanto sport, il nutrimento è d'obbligo: lo chef ci consiglia un piatto di tortelli all'ortica con mascarpone vegetale e noci. Noi, pur non avendo troppa fame, aderiamo all'invito e decidiamo di fare un assaggino... Perché quando si va in moto, bisogna fare molta, moltissima attenzione a non esagerare con la forchetta. "...L'eccesso di cibo concentra gran parte del sangue e dell'ossigeno nel sistema digerente per portare a termine la digestione. In queste condizioni subentra quindi uno stato di stanchezza che porta l'occhio a chiudersi lentamente. La pennichella dopo pranzo è senza dubbio piacevole se ci si trova a casa in poltrona o su un letto, diventa invece seriamente pericolosa se ci si trova al volante dell'auto (o in sella alla moto). Il colpo di sonno dopo un pranzo è un rischio da mettere sempre in conto. Il senso di stanchezza riduce la reattività del guidatore agli imprevisti aumentando il rischio di incidente. Nel peggiore dei casi porta al colpo di sonno alla guida e alle sue drammatiche conseguenze. Il rischio di subire i postumi di un'abbuffata aumentano se il viaggio da affrontare è molto lungo e la strada è monotona e noiosa..."
Ma siccome noi vogliamo le curve e di strade noiose non ne faremo... 
  
L'importante è la moderazione. Comunque, niente vino.
 Infatti, appena usciti dall'accogliente baita con vista sulla Repubblica di San Marino, decidiamo di far saltare qualche tassello e, quindi, gassssssss!!!

Il Seba drifta sulla ghiaia
Da questo momento in poi dirigiamo verso il Montefeltro: scendiamo alle Balze e superiamo il valico del Fumaiolo, con foto di rito al cartello e poi scendiamo verso il piccolo centro di Casteldelci, il paese natio di Uguccione della Faggiola, celebre capitano di ventura, in un insolito reticolo di confini fra tre regioni: Romagna, Marche e Toscana. Fino al 2006 qui eravamo nella provincia di Pesaro Urbino ma dopo un referendum ben sei comuni dell'Alta Valmarecchia hanno ottenuto di diventare romagnoli. Forte, vero?

Seba & Carotone
Ok. Pochi chilometri dopo arriviamo a Pennabili e qui attacchiamo un'altra salita, che ci conduce sul tavoliere del Montefeltro, sul versante occidentale del Monte Carpegna, nostra successiva meta. Qui l'asfalto diventa improvvisamente gripposissimo e nessuno di noi due riesce a far mordere il freno a mukka e carotone. Superiamo un biker firmatissimo con casco Airoh giallo in sella a una XT 600 e ci fermiamo più volte ad ammirare uno dei paesaggi più belli della giornata.

Da Pennabili verso il Passo di Cantoniera
Quando arriviamo al Passo di Cantoniera, a 1.007 metri sul livello del mare, abbiamo ancora tantissima energia nei polsi e nelle reni. La giornata sta prendendo una piega ideale: è bellissima. Il paesaggio continua a non tradire le aspettative: appena superata la sella del valico si aprono ai nostri occhi i profili del Sasso Simone e Simoncello, due cime stranissime che ricordano un po' la pietra di Bismantova, seppur in scala ridotta. Quello che però colpisce, qui, sono i colori. E l'aria, fina perchè siamo stati quasi sempre oltre i mille metri, ma salmastra. Il mare è vicino, si sente.

Siamo sul Montefeltro. E' quasi fatta...
Proseguiamo sulla strada verso Ponte Cappuccini e qui svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per la stazione sciistica e verso l'Eremo. Arriviamo a 1.260 metri, nel territorio del comune di Montecopiolo, appartenente alla provincia di Pesaro e Urbino.  La visione che si domina dalle alture del monte è veramente unica: la seggiovia parte su una spianata larghissima, che arriva fino a 1.415 metri. Se avessero una vetta attorno ai duemila, San Marino potrebbe organizzarci le proprie olimpiadi. Siamo a due passi dalla Repubblica, infatti, in una specie di paradiso dell'outdoor. Sopra di noi una coppia di poiane risale le correnti termiche fino a sparire. Spegnamo i motori e ci raffreddiamo un po' i bollenti spiriti con una Redbull (il Seba), e un'acqua brillante affogata nel ghiaccio (il sottoscritto).

La telesiège di Monte Carpegna. Sullo sfondo Montecopiolo e, oltre, San Marino
La pancia nuda di una bellezza locale mi fa rimpiangere di essere arrivato fin qua insieme a un orso bruno marsicano che cavalca una KTM 990. Gli occhietti vispi della ragazza ci fissano mentre sfiliamo e dunque mi vien da pensare:
a) guarda me;
b) guarda la mia moto;
c) guarda lui;
d) guarda la sua moto.
Resterò per sempre con il dubbio, com'è nel mio stile. Passo la faccia nella fontana e decidiamo di prendere la strada del ritorno. Il Seba si avvantaggia per diventare un puntino lontano nel nastro d'asfalto perfetto che c'è tra noi e il prossimo bivio...

Ripartiamo da Carpegna...
Ecco. Oltre l'abetaia c'è una discesa e, ancora più in là, un salto. Bellissimo. La finisco qua, perché diventa troppo lunga. Per tornare abbiamo tagliato con un lungo sterro da Petrella Guidi fino a Tavolicci e, da qui, sulla E45 fino a San Piero in Bagno, dove abbiamo valicato il Passo del Carnaio fino a Santa Sofia. senza indugiare abbiamo corso lungo la SS9 Ter del rabbi, con caffettino a Premilcuore e saluto finale a Dicomano.
Tornare a casa stanchi, finalmente soddisfatti, scarichi, non ha prezzo.
E anche se sono un fottuto ritardato e non ho ancora trovato il modo di stare bene, pazienza. Il bello di dare gas è che puoi farlo anche da solo, magari con un orso marsicano che ti sorpassa in sella a una teutonica bicilindrica austriaca...
Non mi pare affatto poco...
Ciao neh...
Anzi: HUA!!!

Ciao neh...
Copyright © Lorenzo Borselli tutti i diritti riservati

5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  2. Però, cazzo... Potresti anche alzare il tuo culo e scendere in strada no???
    HUA!!!

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  4. Bellissima! Abbiamo passato una stupenda giornata grazie Lorè! Appena tagliandato il carotone dal verduraio ripartiamo!!! HUA!!
    Carotone Marsicano

    RispondiElimina
  5. ciao gas......se ti vedono a Moena come stai preparando la tua stagione invernale....ti lasciano a casa.(il piattello lo prendi sempre per bene....anche d'Estate). qui continuiamo a macinare Miles and Miles....territori immensi dove l'unico pericolo del Motard sono i possibili incontri con la selvaggina......ed il Ranger di turno!!! Se nel Far West in tema predomimante sono la Sabbia...deserto e sassi in Canada sono l'acqua ed i boschi.....allucinante!!!!!

    RispondiElimina

Dì pure quello che vuoi. Pensa, quello che vuoi. Solo, non essere offensivo...