sabato 7 luglio 2012

Lunigiana


"... Lo sguardo si perde, fino all'orizzonte, un falco risale la cima del monte...
è una nuova alba che avanza, dentro di me..."
Modena City Ramblers -  I prati di Bismantova

Jan Solo è sul Millennium Falcon, verso l'ignoto...
All'improvviso mi trovo a tavolino sul Lago Cerretano, a spiluccare un cornetto sbruciacchiato e a sorseggiare un cappuccino inaspettatamente delizioso.
Le acque del laghetto sono piene di alborelle e il loro ammassarsi vicino a un minuzzolo di cornetto che spedisco in acqua con una schicchera, mi ricorda il pallone delle acciughe di mare.
«Le acciughe fanno il pallone: così si usa dire in Liguria quando in autunno le acciughe inseguite dal grande pesce azzurro (l'alalunga) scappano verso la superficie. Nelle giornate senza vento si possono vedere dalla riva saltare a migliaia fuori dall'acqua a formare scintillanti semisfere.»
Mi ricorda anche un pomeriggio lontano, da pescatore-bambino ai Renai di Signa: due canne da pesca, un presacchio, tanti bachi da sego e un caldo infernale, soprattutto quando io e il babbo tornammo stracarichi verso la vecchia Dyane verde, parcheggiata sotto l'insulsa ombra di un albero spennacchiato. Il film che mi passa in testa fa riaffiorare anche il profumo della pastella fritta in cui finirono tutti quei pesciolini.
Poverini.

Lago Cerretano
E' una giornata fantastica ma il caldo è torrido anche ai 1.344 metri di altezza di questa stranissima stazione sciistica, sovrastata dall'Alpe di Succiso e trivio ideale per i motociclisti di Toscana, Emilia Romagna e Liguria.
Di notte deve aver tirato parecchio vento e forse ha anche fatto un bel temporale, vista la quantità di foglie prematuramente cadute, messe già a dura prova dai primi torridi giorni di estate che si preannuncia tra le più secche degli ultimi anni. E dire che qui piove tantissimo.
Vorrei citare Tommaseo e la sua foglia, ma rischio di passare per imbecille più di quanto non lo sia davvero.
Scendo verso Castelnovo ne Monti e proprio quando comincio a intravedere il profilo inconfondibile della Pietra di Bismantova, arrivo al bivio per Ligonchio. Bisogna stare attenti, perché te lo trovi all'improvviso e il rischio è di mancarlo: non che succeda niente di strano, perché un chilometro più avanti ce n'è un altro che ti rimette sulla retta via.

La Pietra di Bismantova e, dietro, il profilo del Cusna. E' dal Miocene Medio che sta qua...
La retta via porta alla locanda "Carpe Diem", sul passo della Pradarena, dove un pellegrino può trovare ristoro per la sua cavalcatura e, soprattutto, può contare sulle attenzioni di due seguaci di una badessa medievale.
Amarcord...
Mi tolgo gli armamentari da solo, mentre tutti gli altri commensali osservano in silenzio ogni mio gesto. Esco dall'imbarazzo solo quando il pesantissimo giubbotto di pelle trova posto sulla spalliera della mia sedia, piazzata - nemmeno a farlo apposta - nel pieno centro del refettorio.
Sono stanchissimo, senza motivo.
Mi restituisce, un poco di calore, solo l'elencazione delle pietanze a disposizione. Avevo sognato un piattone di tortelli, ma quando la cameriera mi spiega come, dall'altra parte del muro, si stavano  preparando i testaroli di castagne (anticamente si facevano col farro), ho grugnito famelico.

L'arrivo alla Pradarena da Ospitaletto
I testaroli sono incredibili. Le losanghe di impasto vengono buttate nell'acqua bollente e subito dopo si spegne il fuoco. Bastano tre minuti e poi sono pronti: quando ci passi sopra il condimento, meglio se con un filo di formaggio che si scioglie all'istante, ringrazi madre natura per ogni singola castagna uscita indenne dal riccio e finita nella macina del mulino. La porosità è eccezionale e come piccole spugne si prendono tutto il sugo dal piatto e tu... tu non devi far altro che usare la forchetta e soffiarci un pochino sopra, per evitare di perdere  lingua e palato un attimo dopo, per effetto del magma che vi si cela.



Io credo che anche Gioacchino Rossini, il più grande gourmet della storia, si sarebbe commosso al cospetto di questa delizia e probabilmente, dopo averlo mangiato, avrebbe composto qualcosa del calibro del Barbiere di Siviglia o del Guglielmo Tell...
Dopo aver partecipato al Rinascimento Rossiniano del gusto e dopo aver indurito le sospensioni della mukka per il mio aumento di peso, scendo verso Sillano, dove svolto per San Romano Garfagnana, percorrendo la SP16 con lo scopo di avvicinarmi a Castelnuovo Garfagnana e attaccare l'impressionante salita del San Pellegrino, dove Jan Solo torna sempre (da solo).
E' un arrivo di gran carriera, perché la discesa dalla Pradarena, per un breve tratto, sembra il percorso ideale di una corsa stradale. E così è, in verità: qui si corre, ogni agosto, una delle prove più antiche del Campionato Italiano di Velocità in Salita, la Sillano-Ospedaletto, che il 29 luglio 2012, tra pochi giorni, giungerà alla 41esima edizione. Io faccio il percorso inverso, stavolta, ma ogni curva ha un punto di corda naturale, al quale vai incontro per magnetismo. Boh.
La SP71 è la strada giusta e la imbocchi da una rotonda, ma è bene ricordarsi di seguire per Chiozza, visto che altre vie portano sulla sommità del Passo delle Radici: la SP72 è molto bella (da fare!!!), ma la sua caratteristica panoramica la rende, secondo me, una via da percorrere in discesa.

Su per la SP72. Contrasti...
San Pellegrino in Alpe è un luogo incantato: peccato per i ristoranti, che non sono all'altezza dei luoghi, almeno secondo me. Qui servirebbe qualità, oltre che quantità, e invece...
Vabbè.
Anche quest'anno mi sono perso la Motomessa, proprio a San Pellegrino: me ne farò una ragione...
Poco dopo l'abitato c'è una terrazza naturale, dove Jan Solo, una volta, provò un amore travolgente per la principessa Leila. Ed è qui che si avverte la forza di questa montagna, lasciataci in eredità da Pellegrino delle Alpi, un principe irlandese, divenuto poi santo, venuto a prendere a schiaffi il diavolo proprio su questi crinali.
La storia che arriva dal 643 dopo Cristo, anno in cui morì a Frassinoro all'età di 97 anni, 9 mesi e 23 giorni, è incredibile: di ritorno dalla Terra Santa, Pellegrino si fermò quassù e cercò Dio nella contemplazione di queste montagne. Il Diavolo, Belzebù in persona, non aveva altro da fare che indurlo in tentazione ma l'asceta, incazzoso come tutti gli irlandesi, perse la pazienza e gli mollò un ceffone così divinamente forte da far volare Satana per tutta la vallata, sbattendolo contro le Alpi Apuane.
Lo schiaffo fu talmente violento, che il maligno attraversò la roccia, lasciando un enorme buco: il Monte Forato.


Monte Forato, visto da Cardoso

Percepita la sonorità del ceffone, o ciò che ne resta, la mukka riprende il suo scoppiettio e punta le corna verso Pievepelago e, poi, verso l'Abetone e infine casa (?).
Ci sono quasi...
Tandem, domi sum... Parva domus, magna quies.


Jan Solo prepare for landing...


Da ascoltare:
I Prati di Bismantova (Modena City Ramblers)
Le acciughe fanno il pallone (Fabrizio De André)



9 commenti:

  1. mi mancano giusto sette parole. Che credo abbiano a che fare con il punto interrogativo.
    какой дом, Lorenzo? :-P

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  2. E' la casa in cui vivo ora, la mia. E quel punto interrogativo non serve più, ormai è tutto chiaro...

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  3. La prossima volta che passi x castelnuovo avvisami testina!!almeno si fà un giro insieme..
    ciccio campi

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    1. sabato 25 parto 3 giorni in giro x monaco e dintorni,appena rientro si fà sto giretto che dici! quando sei libero tu?

      ciccio campi

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  5. In teoria sempre e quindi... Chiamaaaaaaaaaaaaa!

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  6. che sei andato in pensione?!
    oh testina io parto domani in mattinata abetone-radici-poi verso castel.vo
    parti con me?

    ciccio campi

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  7. Non ho capito... Ma non partivi il 25? Oggi non posso, sono al mareeeeee!

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    1. il 25 parto da Castelnuovo monti..
      mica sarai a farti il bagno con questo freddo! eheh

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