giovedì 25 settembre 2014

Transfăgărășan e Transalpina 2014 #2: da casa fino a Zagabria...

"Impotente a domarci. Sua indecenza la Degenerazione adiposa si propone di affamare i bambini e le donne che con le bocche santificate gridano "Viva l'Italia"... Raccogliete pel popolo di Fiume viveri e denaro!"
Gabriele D'Annunzio, 1919. Appello al popolo italiano

Sasso Marconi, 13 settembre 2014. Partenza.
Così, partiamo. La road-map è precisa e dopo aver messo alla spalle il confine italiano, attraverseremo la Croazia con destinazione Rjieka, o come diciamo noi "Fiume".
Inizialmente avevamo pensato di tirare dritti verso Zagabria, per raggiungere poi in seconda giornata Belgrado, ma visto che le ferie non possono diventare un lavoro, pernottare nell'ex tenimento italiano in terra iugoslava ci è sembrata la soluzione migliore. Andremo comunque nella capitale croata e da lì fino a quella serba, da dove punteremo in qualche modo su Craiova, in Romania. Imboccheremo finalmente la Transfăgărășan, meta ideale del viaggio e punto di ritorno per il sottoscritto e Angela, mentre Oscar e Ariela tireranno dritti verso il mar Nero, ne percorreranno la costa passando dalla Romania alla Bulgaria e, dopo aver messo le ruote in terra d'Asia, attraverseranno il Bosforo a Istambul, per poi risalire la Dalmazia fino a Dubrovnik o Spalato, dove prenderanno la prima delle due barche necessarie a riportarli in Sardegna. Noi, invece, torneremo semplicemente indietro, possibilmente visitando Sarajevo e Spalato: alla fine del viaggio il contachilometri della mia ADV conterà 4.002 chilometri in più, 1.500 dei quali dovuti alle deviazioni di cui vi parlerò.
L'arrivo a Rjieka avviene nel tardo pomeriggio, quando il sole comincia a farsi grosso e arancione sulla linea del mare.
Siamo soddisfatti, perché nonostante le previsioni non abbiamo preso pioggia, e perché a Kozina, appena dopo aver varcato quel che resta del confine con la Croazia,  ci siamo dilettati il palato con un pranzo eccezionale, innaffiato da una freschissima birra artigianale. 
Una sola a testa, sia chiaro.
Il posto si chiama "Gostilna Pri Krizmanu" e se passate di lì, cercate di farlo a un'ora gastronomicamente conveniente, ok? Facciamo appena in tempo a vedere l'ultimo giro delle prove del GP di Misano, con Jorge primo, Iannone secondo e Vale terzo.

Prosit. O, come si dice qua, "uzdravlje!"
Ho iniziato il racconto con una frase di Gabriele D'Annunzio. Non l'ho fatto perché avverta nel mio intimo, da italiano, di essere stato defraudato di un territorio che ci è appartenuto. L'ho fatto solo per una sorta di precisione storica: i fatti di Fiume, l'impresa che vide alcune divisioni dell'esercito italiano, condotte da D'Annunzio, prendere il controllo della città anche contro il parere del governo Nitti, non furono secondo me una mossa coloniale. Era un territorio fortemente abitato da italiani e quando i nostri reggimenti che vi si erano stanziati dopo il '15/'18 furono richiamati verso il Friuli-Venezia Giulia, sotto le pressioni dei vincitori del primo conflitto mondiale (tra cui noi), ai soldati venne chiesto di restare, così come era accaduto nei territori irredenti di Trento e Trieste.
Vero o non vero, io ho letto qualche libro e lì c'è scritto che all'arrivo delle colonne italiane, l'annessione all'Italia venne festeggiata. Ciò che poi seguì mi è sembrato un gran pateracchio e qui mi fermo: non sono più affari nostri né credo di avere le competenze per giudicare un evento di quella portata.
Comunque, il nostro ingresso in Rijeka, che in croato significa Fiume, è stato molto emozionante.
Prendiamo alloggio al Neboder Hotel, nel quartiere di Sušak: un grattacielo di 14 piani che pur essendo oggettivamente brutto, da un punto di vista estetico, è in grado di ospitare confortevolmente i tre protagonisti di quest'avventura e di dare un sicuro riparo alle cavalcature. E poi, dal 12esimo piano, la vista è davvero mozzafiato...

Il centro di Rijeka verso ponente...

Il fiume Rječina e il porto canale...
Passeggiamo in cerca di cibo attraversando il fiume Rječina, che una volta in italiano si chiamava Eneo o, ancora prima, Recsina, in ungherese, riuscendo a dribblare una gara di abilità canina sulla piazzetta. Sfiliamo sul Korzo, la main street, cuore pulsante della città che contende al lungomare il primato dello struscio. I suoi palazzi spaziano dal Classicismo al Modernismo e pullula sempre di persone, dalla sera alla mattina, col sole o la pioggia.
Insomma, il luogo ideale per mettersi a un tavolino, bersi qualcosa di fresco e guardare il passaggio...

Il Korzo, che in italiano sarebbe "corso"
Il porto di Rijeka. Quello turistico però...
C'è anche quello mercantile eh...
La cena è forse l'ultima veramente mediterranea che ci concediamo prima della trasferta balcanica: a Le Rose Bistrò, nel pieno centro storico, facciamo una cena da gourmet e poi torniamo al piano numero 12 per riposare le terga ancora indolenzite dalla prima tappa e quando riapriamo gli occhi, il sole è già alto sul golfo di Rijeka, che ci lasciamo alle spalle per imboccare l'A7 e, dopo esserci infilati le tute para-pioggia, l'A1 fino a Zagabria.
Singing in the rain...


… Let the stormy clouds chase, Everyone from the place

Come on with the rain, I've a smile on my face ...

E Zagabria? 
Le autostrade della Croazia, le autocesta, sono belle. Un po' solitarie, ma decisamente belle: ci sono le wi-fi aperte in tutte le aree di servizio, hanno bagni puliti e profumati e nessuno ti disturba se occupi una pompa della benzina per mettere le antipioggia.
Poi, qui vediamo l'ultima macchina con targa italiana, perché di italiani, a Zagreb, non ce n'erano già più... 

Ma badate voi Oscar... sempre con la wifi...
Piove su Zagabria e siamo al 14 settembre 2014. La città ci accoglie con così tanta pioggia che i campi sono tutti allagati, i fiumi sono gonfi e  alla fine l'unica soluzione possibile è quella di infilare le moto in un parcheggio sotterraneo e prendersi un po' di tempo per riflettere. Lo facciamo allo Shopping Center Cvjetni, in Trg Petra Preradovića, conosciuta anche come Cvjetni Trg, “la Piazza dei Fiori”.
Bello starsene lì a guardare la città che corre e si ripara.
Ho un mal di schiena tremendo, l'acufene che mi fa impazzire e un altro fastidio di cui non parlo (avete capito lo stesso vero???), ma mentre tutti cercano riparo sotto qualche tettoia o qualche ombrellone, noi ce ne stiamo tranquilli fin quando non smette di piovere.
E' a questo punto che cominciamo a camminare attraverso Gornij Grad, la città alta, e poi verso Donij Grad, la città bassa. La facciamo su e giù per cercare un posto dove dormire e uno dove mangiare e alla fine, cerca cerca, pensiamo sbottonarci le cinture al Mikina Klet, un ristorantino tra i più caratteristici della pittoresca via Ivana Tkalcica, dove mangiamo una serie di piatti locali. Io, in particolare, gli strukli, una specie di ravioli cotti al forno con formaggio e uova. E poi la classica grigliata con petto di pollo, bistecca di maiale, dei buonissimi cevapčići, funghi e patate fritte, con ovviamente una bella birra.

I due piccioncini tubano sulla via Ivana Tkalcica

Sul finire del pranzo mi arriva un sms da Leopoldo: Valentino è primo!!!
Ci sistemiamo in un appartamento nella vicina Novi Zagreb, l'apartman Agacija, dove riusciamo a parcheggiare le moto al sicuro e dove, dopo aver battuto il centro in lungo e in largo, alla fine - stanchi ed esausti - ci rilassiamo: Oscar e Ariela in un letto matrimoniale a una piazza e io in un divano letto senza letto, per di più di pelle. Al mattino mi ci hanno dovuto separare come si fa coi gemelli siamesi, ma siamo stati bene. Pulitissimo e il proprietario ci ha fatto trovare pure del prosciutto affettato e del pane sulla credenza.
E' bella Zagabria: purtroppo non ho avuto tempo di girarla e di visitare almeno uno dei tanti musei della città, che esattamente come Rijeka, risente delle influenze dei paesi più vicini: dell'Ungheria, ad esempio, ma anche dell'Italia, della Dalmazia e dell'Austria.

Piazza Jana Belacica
E poi a nanna. L'indomani i boxer si riavvieranno per arrivare a Belgrado e non sarà certo uno scherzo...

Lorenzo Borselli © Tutti i diritti riservati 


4 commenti:

  1. Bellissimo inizio. Continua così che sono curioso di conoscere il resto della vs esperienza rumena
    ;-)

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  2. Caro Lorenzo, ho visto delle stupende foto, però, una mi è sembrata da alcolisti, sì, perchè anche la birra contiene alcol, visto che sei in giro non bere molto che se ti acchiappano ti fanno l'etilometro e poi si che so Caz...into o maz...
    Ciao
    Un abbraccio
    Franco

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  3. Grande Lorenzo! Grazie che mi hai mandato la mail così con i tuoi diari di
    viaggio poi cerco di emularti. Anch'io è mia moglie siamo andati in ferie in
    moto, siamo andati in costiera amalfitana, tutto per strada normale, purtroppo
    non sono passato dalle parti tue, altrimenti ovviamente ti venivo a trovare,
    non potevo non passare da un amicone come te. Cmq alla fine dalla costiera
    siamo risaliti fino a casa poi livigno, svizzera e di nuovo a casa per lo
    Stelvio passo resia e val Venosta, alla fine la mia R1200GS segnava 2800 km in
    più.
    Ora ti saluto ci sentiamo più avanti ciao alla prox.

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