giovedì 2 aprile 2020

La Toscana Oscura (capitolo 2 di 2)...

I toscani hanno il cielo negli occhi e l’inferno in bocca.
(Curzio Malaparte)


Siamo a Volterra...

Ora viene il bello. Eh sì: perché il 18 maggio 2018 al gruppo si unisce Angela, che monta dietro al sottoscritto. E andiamo a cercare le strade più belle della Toscana vera. Ok, andiamo.
Ahora viene la parte màs guapa. Eh, sí: porque el 18 de mayo de 2018, Angela se une al grupo (detrás de mí). Y vamos a buscar las rutas más preciosas de la verdadera Toscana. Vale. Vamonos.
Partiamo da Calenzano, il mio paese. Calenzano è la porta della Toscana, per chi arriva da Nord. Passi l’Appennino, il mio amato Appennino, e la sua pianura serve a rallentare la discesa dei quasi mille metri del valico della Citerna e del Mugello. Chi fa questa strada, lo sa bene: il clima cambia subito, ed è merito del mare. Dall’alto dei suoi contrafforti, in inverno, puoi vedere tutta la regione. Vedi la sagoma possente del Monte Amiata, un vulcano spentosi quasi 200mila anni fa; vedi la striscia di mare che separa la costa tirrenica dalla Corsica e, nei giorni più limpidi, riesci addirittura a vedere le luci di Bastia o la neve del Monte Cinto; vedi le isole: la Gorgona, l’Elba, Capraia. In mezzo ci sono le colline, quelle che tutto il mondo ci invidia, coi cipressi, le viti, gli olivi. Gli struggenti borghi medievali e rinascimentali, le città che straboccano di così tanti monumenti e di opere d’arte, che non sappiamo nemmeno dove metterli. L’Italia, si dice, ha il 70% del patrimonio culturale del mondo e buona parte di questo è proprio qui. Oggi lo mostrerò ai miei fratelli.
Senza farla troppo lunga, il piccolo corteo di cinque moto, tre BMW e due Honda, cerca subito il Chianti. E lo trova. Infatti, superata la salita “Arrendevole” di Artimino, sfiliamo la splendida Villa dei Cento Camini e la sua tenuta medicea, sfioriamo il “Masso della Gonfolina”, passiamo oltre Montelupo Fiorentino e, lasciandoci la SS67 alle spalle, andiamo su per la stradina di Pulica fino a Montespertoli, dove l'istinto poliziesco di Chupy prende il sopravvento e intima l'alt a un tipico veicolo italiano: la Piaggio Ape 50cc. Quando Luz, Genaro, Chupy e Josè torneranno con calma, inizieremo qui un percorso di degustazioni di vino e cibarie indimenticabile. Perché serve calma, serve tempo. L’esperienza che stiamo vivendo in questi giorni tremendi di Corona Virus ci serva da lezione…

La "Ferdinanda", la villa dei Cento Camini
Primo selfie ad Artimino...
La coppia sulla strada di Pulica...
Hombre, por favor:  su licencia de conducir, folleto y seguro. ¿Bebiste algo?
Comunque: la prima tappa vera del giorno, è San Gimignano. E cos’è questo piccolo borgo che si staglia all’orizzonte fin da quando lasciamo Montespertoli? Le origini di questo gioiello si perdono nella notte dei tempi. Già prima che Cristo nascesse, qui c’erano due castelli e alla fine del Medioevo le torri facevano bella mostra di loro negli antichi tramonti e mostravano la strada ai viandanti che percorrevano la via Francigena. Noi ci entriamo, ci scorrazziamo un po’ e alla fine ci facciamo una bella colazione. E fare una colazione a San Gimignano, credetemi, non ha prezzo...

Di LigaDue - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=64540872
San Gimignano, Porta San Giovanni
San Gimignano, piazza del Duomo
Un sosia???
Oculi sunt in amore duces...
San Gimignano, via san Matteo
San Gimignano, bar Piazzetta
Da qui la mitica SP47 costeggia il carcere (ma proprio qui, dovevano farne uno?) fino a Castel San Gimignano, dove ci spariamo una posa nei pressi del famoso Bar Sulcis (il cui titolare è spiccicato a Jean Todt) e poi, la SR68 fino a Volterra. Questa è una strada sontuosa, perché dalla massa sospesa della moto respiri la natura della terra che c’è sotto l’asfalto. E allora ti sembra di sentire, nelle imperfezioni della strada (che sono tante), il tonfo dei passi degli Etruschi, che fondarono l’antica Velathri già quattro secoli prima di Cristo, e prima di loro gli uomini del neolitico, e poi i romani, i barbari che espugnarono le alte mura: i Goti, i Bizantini, i Longobardi, poi la parentesi di libertà nel Medioevo prima di tornare sotto “padrone”, i Medici. E un poco di orgoglio, quando Luz, ammirando il paesaggio, mi fa notare che è tutto molto pulito. Amiamo la nostra terra, gente!
È una strada che scelgo di fare piano. Le foto del panorama sono mie: le scattai il 26 novembre 2011, giorno di un compleanno complicato, solitario (qui). 

Volterra da Castel San Gimignano...
Ombre del lontano 2011
Non ricordo: mangiammo ancora???
Fantastica Luz!
Brothers in love
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What a day...
E qui, facciamo contento il Chupy...
La strada ci porta a Siena. Gli spagnoli sanno di cosa si tratta: lo sa Luz, perché la poliziotta è una ragazza molto istruita; lo sa Genaro, perché è un uomo che legge molto, anche se ascolta una musica orrenda (per esempio, gli piace Eros Ramazzotti!!!); lo sa Josè, che vuole imparare l’italiano e Genaro vuole convincerlo che, per farlo, deve ascoltare gli Angelus di Papa Francesco; lo sa Chupy, che della Toscana sa molte cose più di me. Lo sa Angela, che odia andare in moto senza senso ma che è felice come una bambina quando può esplorare. Lo so io.
Signore e Signori, ecco a voi Siena.

Un día con tu amigos, es como una vida entera... Siena, piazza del Campo
Via dei Rossi???
Il lato oscuro è stato qui
Siena, il Duomo di Santa Maria Assunta
Siena: i pici al cinghiale ("pici" de jabalì)
Dopo aver mangiato un mega piattone di pici al cinghiale, dopo aver innaffiato il tutto con un bel bicchiere di Rosso di Montalcino ed aver sancito il successo della giornata con un dessert di cui, purtroppo, non ricordo quasi niente (a parte che era “bello”), andiamo verso il mare. Avrei voluto che il tempo non finisse mai, ma questo è un desiderio irrealizzabile per chiunque. Avrei voluto mostrare al gruppo la bellezza di San Galgano e della sua spada nella roccia, di Montalcino, del Monte Amiata. Ma il tempo non c’è. Così, prendiamo per Sovicille e da qui, in una delle tante strade che cominciano a sapere di mare, arriviamo prima a Sasseta e poi Castagneto Carducci e Bolgheri. Vi dico che è stato un pomeriggio talmente entusiasmante, che non mi sarei fermato più. L’unica cosa che mi ha fermato, dopo aver immortalato tutti i miei amici nella strada di Bolgheri, è stato l’orologio. Avrei voluto recitare per loro “Davanti a San Guido”, ma in spagnolo, come avrei potuto fare?
Provo?
"... Los cipreses que en Bolgheri son altos y directos
Van de San Guido en doble fila,
Chicos jóvenes gigantes corriendo,
Saltaron hacia mí y me miraron ... "
Mah…
Comunque, la foto che scatto a Chupy, ora è in casa sua, a Palencia. Gigante. Ho anche il filmato...


E poi, FOTOOOOOOOOOOOOOO...

“…Quel tratto della Maremma che va da Cecina a San Vincenzo è il cerchio della mia fanciullezza e della mia prima adolescenza. Ivi vissi, o, per meglio dire, errai, dal 1838 all’aprile del 1849…” - Giosuè Carducci – Lettere
Chupy es feliz...
Qui, comincia la fine del racconto. Perché il tempo con i miei amici, è finito. Mi restano due serate insieme: una la trascorriamo a cena dal mio amico Daniele, al ristorante Da Gianni, dove arrivano anche Savino e la sua famiglia, con Luisa, Alberto e Alessandro. Parliamo dei Tempanos, ma l’indomani non posso stare in sella con loro. I ragazzi vanno a Pisa, trascorrono una giornata “autostradale”, prima di cenare ancora una volta con me, nella fantastica pizzeria Da Michele in pieno centro di Firenze e prima di ripartire per Civitavecchia. Visiteranno rapidamente Roma e poi torneranno in Spagna.
Ho avuto però il piacere di passeggiare con loro nella mia Firenze, dove siamo rimasti fino a notte fonda a scattarci foto ed a raccontarci storie.
Mentre scrivo, Italia e Spagna pagano un prezzo durissimo di vite e di dolore. Parlo con i miei fratelli ogni giorno; ci rassicuriamo, ci raccontiamo le nostre vite. 
Vi voglio bene e non vedo l’ora di vedervi di nuovo.

Qui ci siamo davvero tutti!!!
I miei amici a Pisa...
Sul mio Doblò verso Firenze...
Incontri un po' strani, ma "sempreverdi"...
Il Duomo di Firenze
Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio...
Via dei Calzaiuoli con l'immancabile gelato...
felici, in Santa Maria Novella
Ehm... Guardate Josè sulla destra!!!

Il Ponte Vecchio
Ancora il Ponte Vecchio...
E qui, si chiude la Toscana Oscura
E qui, sono tutti soli...
Lo avevo detto...
Pochi giorni prima che cominciasse quest'avventura, mio babbo se n'è andato. Così, aver avuto vicini quelli che, tra i miei più cari amici, abitano più lontano, è stato molto importante. Appena ognuno di loro è arrivato a casa, ho mandato loro questo messaggio:


23 maggio 2018, ore 22:27
Ahora que eres todos a casa, en vuestra España, quiero decir algo. Vuestra llegada en mi Toscana, unos días después de la muerte de mi padre, fue un regalo inesperado. Angela y yo pasamos momentos geniales con vosotros. Y yo... finalmente me soy relajado en vuestra amistad, tendido sobre la silla de mi burra, inclinado sobre las curvas de mi país. Es un honor haber sido vuestro anfitrión. Gracias amigos, espero nos vemos pronto...

© Lorenzo Borselli - Tutti i diritti riservati


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